E già, manca davvero molto poco per completare le 40 settimane canoniche di gravidanza ma, come tu ben saprai, non è detto che tutte partoriscano alla quarantesima settimana, infatti c’è chi dà alla luce il suo bimbo qualche settimana prima e, addirittura, anche chi va oltre le 42 settimane. Quello che importa sapere è che un parto viene definito “a termine” una volta raggiunta e superata la trentasettesima settimana di gestazione. Ma vediamo, insieme, come trascorre, in linea di massima, questa settimana sia per te che per il tuo bambino.
Trentottesima settimana di gravidanza: sei giunta al traguardo
Le ultime settimane, inutile a nasconderlo, sono quelle più pesanti perché i tuoi movimenti sono limitati tanto da sembrare un bradipo e le tue ansie e le tue preoccupazioni sono davvero all’apice. Cerca di stare tranquilla quanto più puoi, andrà tutto bene e tra pochi giorni potrai stringere tra le braccia il tuo scricciolo.
Cosa accade alla mamma
È sempre più difficile muoverti con agilità e, probabilmente, il peso del pancione è diventato ormai tanto da provocarti forti dolori a fianchi e schiena. Non riesci a dormire molto e lo stimolo a fare pipì è sempre più imminente. Può darsi che anche un semplice starnuto ti provochi la fuoriuscita di pipì e questo perché i muscoli pelvici cominciano a cedere sotto il peso del pancione. Non preoccuparti, tutto tornerà come prima dopo aver partorito.
Sei gonfia a causa della ritenzione idrica che c’è nonostante tu beva almeno due litri di acqua al giorno e segua una dieta povera di grassi e di sali. Se, però, noti che il gonfiore è davvero tanto vai in Pronto Soccorso dove i medici ti visiteranno e scongiureranno un’eventuale gestosi, causata dall’ipertensione. In caso di gestosi o preeclamsia la placenta non riceve la giusta quantità di sangue e di conseguenza il piccolo riceve meno ossigeno e meno nutrimento. Perché rischiare? Meglio un eccesso di zelo che della superficialità.
Avverti sempre con maggior frequenza le contrazioni di Braxton Hikcs quelle preparatorie al parto, di breve durata e di bassa entità. Se, invece, ti accorgi che le contrazioni sono ravvicinate, con intervalli più o meno regolari e intense prendi la tua valigia, debitamente preparata con tutto l’occorrente, e recati presso il Pronto Soccorso dell’ospedale dove hai deciso di partorire, potrebbe trattasi di travaglio vero e proprio. Non preoccuparti, c’è ancora tempo prima del parto.
Dal tuo seno potrebbe uscire il colostro, una sostanza giallastra e lattiginosa che lascerà, poi, il posto alla montata lattea nei primi giorni successivi al parto. Usa delle coppette assorbi latte per evitare di bagnare i tuoi indumenti.
Cosa accade al bambino
Giunto alla trentottesima settimana di gravidanza il tuo piccolo è lungo tra i 48 e i 51 centimetri e pesa tra i 2900 e i 3100 grammi, tutti i suoi organi ormai sono completamente maturi e pronti a funzionare anche in ambiente extra uterino. Il suo intestino è ricco di meconio, un liquido di colore nerastro, frutto del liquido amniotico ingurgitato, che precede le feci vere e proprie.
La lanugine e la vernice caseosa che gli hanno permesso di vivere nel liquido amniotico per l’intera gravidanza sono quasi completamente sparite lasciando il posto a una bella pelle rosea.
Avverti ogni suo piccolo movimento e questo perché lo spazio a sua disposizione nell’utero è davvero poco. Sei capace di distinguere i movimenti in cui dorme da quelli in cui, invece, è sveglio. L’importante è che tu lo senta, viceversa se dovessi avvertire un rallentamento dei suoi movimenti recati in Pronto Soccorso per valutare la situazione e scongiurare un’eventuale sofferenza fetale.
Consigli pratici
Riposati più che puoi per arrivare piena di forza e di energia al parto, ne avrai tanto bisogno. Tieni sempre sotto controllo la pressione arteriosa e, se non lo hai ancora fatto, fai un tampone vaginale e rettale per indagare su eventuali infezioni in corso pericolose per il piccolo in fase di espulsione.
Ricorda di tenere pronta la valigia per recarti in ospedale e tieni sotto controllo i cambiamenti del tuo organismo e considera campanelli di allarme, in seguito ai quali è il caso di recarsi in ospedale perché è giunto il momento di conoscere il tuo piccolo, i seguenti segnali:
- perdita improvvisa di liquido amniotico,
- contrazioni ravvicinate e intense,
- perdita di sangue e di materiale mucoso,
- mancanza di movimenti del piccolo.
E già, questo vuol dire che da qui a poco potrai stringere tra le tue braccia il tuo scricciolo. Non farti prendere dall’ansia, tutto andrà bene.