La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia sono DSA, Disturbi specifici dell’apprendimento, che se vengono diagnosticati in ritardo possono peggiorare il futuro dei bambini, come denuncia l’Ordine degli Psicologi del Lazio in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia.
Il giornalista Luca Bertazzoni ha infatti condotto una video inchiesta che denuncia una situazione inaccettabile nel Lazio, ma non solo.
DSA: nel Lazio fino a 18 mesi per una diagnosi
Nel 2010 è stata approvata una legge, la 170, che raccomandava alle regioni di garantire una diagnosi precoce per quanto riguarda i DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento), purtroppo a diversi anni dalla sua introduzione ci sono ancora molti problemi in diverse regioni, tra cui il Lazio.
E’ quanto accade a un bambino con dislessia, disgrafia, disortografia o discalculia (i cosiddetti “disturbi specifici dell’apprendimento”) che si rivolga a una struttura pubblica per ottenere il supporto che gli spetta
La legge riconosce l’esistenza e il riconoscimento della:
- dislessia
- disortografia
- disgrafia
- discalculia
come condizioni permanenti di disturbo neurologico e che quindi dovrebbero necessitare di tutela in ambito scolastico e lavorativo.
Da quando è entrata in vigore però molte regioni non hanno emanato i regolamenti necessari per organizzare la questione al loro interno.
Le regioni che lo hanno fatto hanno usato modi molto diversi.
La video inchiesta di Luca Bertazzoni ha evidenziato che nel Lazio devono trascorrere 18 mesi di attesa per avere una diagnosi.
In origine la legge avrebbe dovuto garantire ai piccoli con questi problemi diritto all’istruzione ed eguali opportunità di sviluppo in ambito sociale e professionale. In realtà lungaggini burocratiche, carenza di personale, ecc… impediscono le garanzie previste dalla legge a tutela dei bambini.
Lazio e Sardegna sono inoltre le uniche regioni che impongono che solo le ASL possano rilasciare le certificazioni.
“La nostra è una regione commissariata, quindi è tutto più difficile” spiega il consigliere della Regione Lazio Rodolfo Lena.
A cercare di sopperire alle mancanze regionali sono le scuole, in maniera individuale e secondo le proprie risorse.
Come accennavamo le varie regioni si sono organizzate in maniera diversa:
- in Emilia Romagna, per esempio, le diagnosi possono essere effettuate presso i NPIA delle ASL, ma anche da singoli professionisti privati,
- in Lombardia sono ritenute valide le diagnosi effettuate dalle Unità Operative di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, pubbliche e private accreditate.
“Il Lazio e’ rimasta una delle due Regioni a non avere recepito la legge 170/2010. Chiediamo all’amministrazione di rimediare il prima possibile a questa gravissima mancanza. Se nessuno e’ in grado di garantire la presa in carico di questi bambini, il loro disturbo può diventare ancora più severo, pregiudicandone seriamente la salute psicologica e l’inserimento sociale” dichiara Nicola Piccinini, presidente dell’Ordine Psicologi Lazio.
Naturalmente i genitori dei ragazzi si lamentano per questi incredibili ritardi: “la cosa brutta è che se fai tutto a pagamento, per la scuola il certificato non è valido e deve essere protocollato dalla ASL, per cui aspetta ancora mesi, ed intanto il ragazzo è costretto a sopportare queste problematiche senza aiuto da parte della scuola”.
Un’altra mamma aggiunge: “sta al buon senso ovviamente, attuare comunque le procedure per i dsa, ma questa situazione è penosa e ingiusta per i ragazzi in difficoltà.”
Nel frattempo però a pagare per questi ritardi sono i ragazzi.
Voi unimamme cosa ne pensate di questa situazione segnalata su Ordine Psicologi Lazio?
Vi lasciamo con una serie di sintomi per individuare la dislessia già in età prescolare.