Una pubblicità molto forte sui polli circola a Times Square.
Un video accusa i polli di McDonald’s
Fini al 31 ottobre la piazza più famosa di New York, Times Square, è teatro di una pubblicità shock sugli allevamenti che forniscono carne di poll a McDonald’s.
Si tratta della campagna di Animal Equality International che punta l’attenzione sulle indicibili sofferenze a cui vengono sottoposti gli animali degli allevamenti del colosso del fast food.
La pubblicità di 10 secondi va in onda almeno 60 volte al giorno ed è visivile a 1500 Broadway Ave e sulla 43Strada raggiungendo milioni di persone.
Secondo le stime dovrebbe raggiungere almeno un milione di persone al giorno.
Scopo dell’organizzazione è di adottare nuovi standard per la protezione degli animali per ridurre le sofferenze dei polli utilizzati da McDonald’s.
Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia, spiega che già 90 aziende, tra cui Burger King, Subway e Jack in the Box si sono impegnate a introdurre cambiamenti per migliorare la vita di milioni di polli.
“La domanda quindi è una sola, quando McDonald’s smetterà di indugiare e si impegnerà a eliminare le pratiche crudeli messe in atto dai suoi fornitori? I polli sono animali sociali e intelligenti che meritano di meglio. Il tempo del cambiamento è arrivato ed è adesso”.
Animal Equality non è l’unica associazione a condurre questa campagna, insieme a lei ci sono anche The Humane League, Mercy For Animals, Compassion In World Farming, Compassion Over Killing e World Animal Protection.
Negli allevamenti intensivi i polli crescono al chiuso, in gabbie asfittiche, deformi e macellati a poche settimane di vita.
Questi sono polli che vengono allevati in Italia e che finiscono nelle nostre portate quando andiamo da McDonald’s.
I polli, ammassati, sviluppano gravi problemi respiratori e cutanei, come ustioni da ammoniaca, vesciche, ulcere, piaghe. A questo si aggiunge la triturazione dei pulcini maschi vivi e la rimozione del becco senza anestesia.
Se volete firmare anche voi la petizione questo è l’indirizzo.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa campagna di cui si parla su Green Me?
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