Da uno studio svoltosi in 4 Paesi europei colpiti dal Covid-19 emerge che alcuni sintomi sono più comuni di altri.
Unimamme, l’alterazione dell’olfatto e del gusto sono dei sintomi del Covid – 19, a confermarlo vi è un recente studio condotto in 4 diversi Paesi europei colpiti dal virus.
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Covid-19: una nuova ricerca indaga sui sintomi
Ecco come si è svolto lo studio:
- sono stati coinvolti 4 Stati: Spagna, Belgio, Francia e Italia
- sono stati esaminati 417 pazienti con coronavirus
- i pazienti provenivano da 12 ospedali
- il 79% dei pazienti non presentava sintomi come ostruzione delle vie nasali
- più del 60% aveva un’alterazione della capacità olfattiva
- l’88% dei pazienti ha avuto difficoltà a distinguere aromi come dolce, salato o amaro.
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Allo studio hanno partecipato anche un team di specialisti dell’’Unità Operativa di Foniatria e Audiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, coordinati da Cosimo de Filippis, direttore della Scuola di Specializzazione in Audiologia e Foniatria dell’Università di Padova. Cosimo De Filippis, uno dei responsabili dello studio, ha commentato: ““I risultati ottenuti sono preliminari, ma il loro monitoraggio aiuterà a raccogliere una maggiore quantità di dati per offrire informazioni corrette e indicazioni terapeutiche ai pazienti”.
L’esperto si è dedicato anche allo studio su una meta analisi compiuta su 1500 pazienti con il Covid-19. Questa ricerca ha osservato sintomi come:
- mal di gola
- naso chiuso
- perdita di olfatto
- alterazione del gusto
Questo studio ha confermato i dati della ricerca svolta su 417 pazienti. “L’epitelio olfattivo ospita anche terminazioni del nervo attraverso le quali il virus potrebbe guadagnare l’accesso all’encefalo. Stiamo sviluppando un progetto in collaborazione con virologi, neurologi e neuroradiologi proprio con l’obiettivo di identificare i pazienti in cui questo meccanismo può aver avuto luogo” ha dichiarato l’esperto de Filippis. Gli esperti stanno studiando diversi scenari.
- in alcuni pazienti il virus potrebbe infettare il sistema olfattivo e arrivare alla corteccia olfattiva dell’encefalo
- altre persone invece vengono colpite ai polmoni per le goccioline respirare nell’aria o con un meccanismo a doccia in cui le particelle virali cadono verso il basso
- in un numero minore di soggetti il virus colpisce una parte più ampia dell’encefalo
Oltre a questo studio c’è un altro studio, un progetto portato avanti dal Global Consortium for Chemosensory Research a cui partecipa anche la Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi avanzati) e le istituzioni di 50 Paesi nel mondo. Anna Menini della Sissa ha dichiarato: “Tutti abbiamo l’esperienza della perdita di olfatto e gusto quando siamo raffreddati. Da quanto si è visto finora però, nei pazienti COVID-19 la perdita di olfatto e gusto si presenta in maniera del tutto peculiare. E vogliamo saperne di più”. Anche qui si è indagato perché, come e quanto spesso. i malati di coronavirus perdano gusto e olfatto. Clinicamente questi problemi si chiamano: anosmia e ageusia.
Sempre la Menini, su Salute.gov aggiunge: “Attraverso questo studio si lavorerà per capire meglio le origini della perdita dell’olfatto e del gusto, quanto siano frequenti nei pazienti Covid-19 e scoprire se possano essere dei potenziali segnali di allarme per identificare la malattia anche in assenza di altri sintomi, una caratteristica che, se verificata, sarebbe molto importante per identificare rapidamente la possibilità di contagio da parte del virus”. Su Global Consortium for Chemosensory research si può contribuire alla ricerca, il questionario è anonimo e i dati saranno utilizzati per l’analisi e poi pubblicati.
Unimamme, cosa ne pensate di questi studi di cui si parla anche su Sky tg24?
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