“E’ cieco e autistico e molto interessato a Babbo Natale” ha sussurrato una mamma a un Babbo Natale, il quale dicendo “Non aggiungere altro” si è subito inginocchiato di fronte al bambino. E’ questa la testimonianza di Natale che ci ha commosso fino alle lacrime.
Lei è Misty Wolf una mamma americana che ha condiviso le immagini e la storia dell’incontro ravvicinato del figlio Matthew con Babbo Natale su Facebook. Il suo post è diventato ben presto virale e così questa mamma ha deciso di raccontare anche la storia di suo figlio.
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Bambino autistico incontra Babbo Natale: il racconto che commuove
Babbo Natale, racconta questa mamma, ha parlato a lungo con Matthew, lasciando che lui lo “sentisse” con le mani e permettendogli anche di tirargli la barba. A un certo punto Babbo Natale ha chiesto a Matthew se volesse sentire qualcosa in particolare e il bambino ha risposto “I tuoi occhi che brillano” riprendendo la richiesta da una poesia natalizia molto conosciuta in America “Twas the Night Before Christmas” (“Era la notte prima di Natale”) e Babbo ha lasciato che Matthew glieli toccasse per tutto il tempo che voleva. Dopo il momento degli occhi Babbo gli ha domandato: “Hai mai sentito una vera renna?” e lo ha portato a toccare il pupazzo a dimensione reale della renna. “Il Babbo Natale migliore di sempre” ha commentato alla fine la mamma commossa.
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“Matthew ha ora 6 anni. E’ nato prematuro a 24 settimane. Suo fratello gemello non è sopravvissuto. Matthew ha trascorso 111 giorni in terapia intensiva neonatale. Lì ha sviluppato la retinopatia del prematuro (ROP) il 5° stadio (il più grave) a causa della mancanza di ossigeno. Le scansioni cerebrali avevano detto ai medici che Matthew non avrebbe mai camminato o parlato. Ma Dio aveva altri piani” ha infine spiegato questa mamma a LoveWhatMatters.
Che aggiungere unimamme, una storia dolcissima che non potevamo non condividere.
Vi lasciamo con la traduzione della poesia “Era la notte prima di Natale” in onore di Matthew e di tutti i bambini come lui.
Era la notte prima di Natale
Era la notte prima di Natale e tutta la casa era in silenzio,
nulla si muoveva, neppure un topino.
Le calze, appese in bell’ordine al camino,
aspettavano che Babbo Natale arrivasse.
I bambini rannicchiati al calduccio nei loro lettini
sognavano dolcetti e zuccherini;
La mamma nel suo scialle ed io col mio berretto
stavamo per andare a dormire
quando, dal giardino di fronte alla casa, giunse un rumore.
Corsi alla finestra per vedere che cosa fosse successo,
spalancai le imposte e alzai la finestra.
La luna sul manto di neve appena caduta
illuminava a giorno ogni cosa
ed io vidi ,con mia grande sorpresa,
una slitta in miniatura tirata da otto minuscole renne
e guidata da un piccolo vecchio conducente arzillo e vivace;
capii subito che doveva essere Babbo Natale.
Le renne erano più veloci delle aquile
e lui le incitava chiamandole per nome.
“Dai, Saetta! Dai, Ballerino!
Dai, Rampante e Bizzoso!
Su, Cometa! Su, Cupido! Su, Tuono e Tempesta!
Su in cima al portico e su per la parete!
Dai presto, Muovetevi!”
Leggere come foglie portate da un mulinello di vento,
le renne volarono sul tetto della casa,
trainando la slitta piena di giocattoli.
Udii lo scalpiccio degli zoccoli sul tetto,
non feci in tempo a voltarmi che
Babbo Natale venne giù dal camino con un tonfo.
Era tutto vestito di pelliccia, da capo a piedi,
tutto sporco di cenere e fuliggine
con un gran sacco sulle spalle pieno di giocattoli:
sembrava un venditore ambulante
sul punto di mostrate la sua mercanzia!
I suoi occhi: come brillavano! Le sue fossette: che allegria!
Le guance rubiconde, il naso a ciliegia!
La bocca piccola e buffa arcuata in un sorriso,
la barba bianca come la neve,
aveva in bocca una pipa
e il fumo circondava la sua testa come una ghirlanda.
Il viso era largo e la pancia rotonda
sobbalzava come una ciotola di gelatina quando rideva.
Era paffuto e grassottello, metteva allegria,
e senza volerlo io scoppiai in una risata.
Mi fece un cenno col capo ammiccando
e la mia paura sparì,
non disse una parola e tornò al suo lavoro.
Riempì una per una tutte le calze, poi si voltò,
accennò un saluto col capo e sparì su per il camino.
Balzò sulla slitta, diede un fischio alle renne
e volò via veloce come il piumino di un cardo.
Ma prima di sparire dalla mia vista lo udii esclamare:
“Buon Natale a tutti e a tutti una buonanotte!”