Infertilità: è allarme degli esperti. Un problema che colpisce il 25% degli italiani.
In Italia da anni si susseguono record negativi riguardanti la natalità (secondo i dati ISTAT ogni donna ha in media 1,32 figli), e ciò è sicuramente legato all’aumento dell’infertilità per le donne ma anche per gli uomini.
Il Congresso Nazionale di Ginecologia e Ostetricia tenutosi a Napoli dal 27 al 30 ottobre, dal titolo “Ginecologia e donna. Un viaggio di tutta una vita“, è stata l’occasione per parlare di Medicina della Riproduzione, una branca della medicina che vede collaborare esperti in ginecologia, endocrinologia, oncologia, genetica e biologia e quindi di infertilità.
L’infertilità come patologia: è allarme in Italia
Tra le cause del calo delle nascite sicuramente c’è la tendenza sempre più accentuata di rimandare nel tempo la maternità e la paternità per motivi diversi.
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“L’infertilità va considerata una vera e propria patologia che oggi interessa il 25% della popolazione, in egual misura uomini e donne, che tendono a posticipare sempre più la decisione di avere un figlio, trascurando la riduzione dell’età ovarica correlata all’aumento dell’età biologica. Le donne in cerca di una gravidanza, in particolar modo dopo i 35 anni, dovrebbero sempre sottoporsi al ‘pap-test riproduttivo’: un semplice esame diagnostico che misura il valore dell’ormone antimulleriano, consentendo di accertare il numero di follicoli, e quindi di effettuare una stima dell’età ovarica, vale a dire del potenziale riproduttivo, così da poter intervenire con una strategia appropriata” ha spiegato Giuseppe De Placido, co-presidente del Congresso e Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Università di Napoli “Federico II” – Centro di Sterilità, come si legge su QuotidianoSanità.it.
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Oltre alla riduzione del numero di follicoli, un’altra causa dell’aumento dell’infertilità è lo stile di vita: secondo gli esperti un fattore di rischio importante quanto l’età. Parlando di stile di vita occorre considerare:
- obesità
- fumo
- esposizione a inquinanti ambientali
- infezioni contratte con rapporti sessuali occasionali.
Tutti fattori che possono influire sulla salute riproduttiva degli uomini e delle donne, peggiorando rispettivamente la qualità degli spermatozoi e degli ovociti.
Come intervenire quindi? Gli esperti sottolineano l’importanza di agire sull’informazione, con campagne di sensibilizzazione che partano dalla scuola: occorre infatti prevedere azioni dirette ad aumentare la consapevolezza nei giovani dell’importanza della salute riproduttiva e dei fattori che possono danneggiarla.
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Fondamentale inoltre il ruolo della medicina predittiva, utile per preservare la fertilità in pazienti oncologiche e non. “Un’opportunità concreta per gli ‘aspiranti genitori’, non solo in presenza di patologie oncologiche, è rappresentata dal social freezing che consente di congelare il materiale biologico – gameti e tessuto ovarico – per poterlo utilizzare in un secondo momento” spiega De Placido. Nei centri di sterilità la crioconservazione viene di norma effettuata da donne che si sottopongono a PMA (procreazione medica assistita) e nelle pazienti oncologiche che dovranno fare chemioterapia, soprattutto in caso di tumore al seno. Sono inoltre in aumento le richieste di crioconservare gli ovociti anche da donne sane che aspettano magari di trovare il partner giusto o cercando di non “giocarsi” la carriera.
Oltre alla crioconservazoine degli ovociti è possibile anche crioconservare parti di ovaio: una scelta seguita da donne affette ad esempio da neoplasie del sangue, in attesa di poterle ritrapiantaree in futuro.
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E voi unimamme, eravate al corrente di questa situazione? Cosa ne pensate delle cause e dei rimedi di cui parlano gli esperti?