La carica virale dei bambini a confronto con quella degli adulti | FOTO

L’imminente allentamento delle misure restrittive delle scuole in diversi paesi europei, tra cui la Germania, sta facendo discutere anche gli esperti, divisi sull’opinione che i bambini siano o meno contagiosi e a rischio. I risultati sulla carica virale presente nei bambini risultati contagiati dal Covid-19 di un recente studio tedesco alimenta le discussioni.

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La carica virale dei bambini a confronto con quella degli adulti | FOTO – Universomamma.it

Finora i bambini sono risultati le vittime meno indicate per il Covid-19 perché rappresentano la percentuale più bassa fra i contagiati e quando lo sono o non presentano sintomi e, se li hanno, sono lievi. Queste conclusioni, unite ai recenti studi, hanno fatto sì che in alcuni paesi europei si procedesse alla riapertura, seppur graduale e limitata, delle scuole. Non è però ancora chiarito definitivamente se i bambini sono o meno un vettore di contagio.

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Vi abbiamo già parlato di uno studio australiano di tipo osservazionale che ha dimostrato, sebbene con dei limiti, che il contagio a scuola non è molto diffuso, e di un altro studio, il famoso studio italiano di Vo’ Euganeo, che ha mostrato come nessun bambino sia stato contagiato in paese, nemmeno in famiglia. Ora uno studio tedesco sembra cambiare la situazione.

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Il confronto tra la carica virale dei bambini e degli adulti contagiati dal Covid-19

Lo studio, condotto da Christian Drosten, direttore dell’Istituto di virologia presso l’ospedale Charité di Berlino, e punto di riferimento del governo tedesco, ha raccolto e confrontato i dati di 3712 pazienti Covid-19 di età diverse. A causa delle difficoltà nel condurre studi osservazionali per indagare l’infettività dei bambini con infezione da SARS-CoV-2, in questo studio gli scienziati hanno fornito una misura diretta della concentrazione del virus da cui estrapolare l’infettività. Lo studio tedesco non è stato osservazionale, perché le scuole sono al momento chiuse, ma clinico ed è basato sull’analisi della concentrazione del virus nel tratto respiratorio grazie ai tamponi naso-faringei di un laboratorio di Berlino effettuati da gennaio al 26 aprile su 59.831 persone delle quali 3712 sono risultate positive (pari al 6,2%). 

La tecnica utilizzata è quella  RT-PCR, reazione a catena della polimerasi inversa in tempo reale,  che rileva l’RNA virale.

I pazienti sono stati divisi in 2 categorie:

A- classi di età, per decine d’anni (1-10 anni, 11-20 anni, ecc.)

B- per strato sociale: scuola materna (0-6 anni), scuola elementare (6-12 anni),… adulto (26-45 anni), maturo (sopra i 45 anni).

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La carica virale dei bambini a confronto con quella degli adulti | FOTO – Universomamma.it (Credits: Charite.de)

 

Secondo gli studiosi, l’analisi della varianze delle cariche virali non ha mostrato differenze significative tra le diverse classi di età. Sulla base di questi risultati, gli scienziati hanno voluto mettere in guardia contro una riapertura illimitata di scuole e asili nella situazione attuale, perché ritengono che i bambini possono essere contagiosi come gli adulti.

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La determinazione delle cariche virali secondo gli studiosi sembra fornire un mezzo interessante per raggiungere una stima indiretta dell’infettività nelle attuali circostanze epidemiologiche. Nello studio il tasso di rilevazione del virus è aumentato costantemente con l’età dei pazienti testati.

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La carica virale dei bambini a confronto con quella degli adulti | FOTO – Universomamma.it (Credits: Charite.de)

I bambini, come confermato anche da questo studio, pur avendo sintomi respiratori e febbre hanno meno probabilità rispetto agli adulti di soffrire di infezione acuta da SARS-CoV-2.

Il risultato finale è chiaro come il vetro“, ha dichiarato Drosten, come si legge sul The Guardian. “I bambini non hanno concentrazioni significativamente diverse del virus nei loro passaggi respiratori rispetto agli adulti.” E ha aggiunto che i bambini possono diffondere il virus soprattutto a causa del loro comportamento sociale, perché non sanno praticare il distanziamento sociale, si muovono di più e tendono a piangere, emettendo possibili gocce di virus. Ciò suggerisce, secondo l’esperto, che le scuole e gli asili nido potrebbero fungere da “hub”, ossia da serbatoi per la trasmissione di Covid-19.

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E voi unimamme, cosa ne pensate di questo nuovo studio? Non tutti gli studiosi concordano sul fatto che la carica virale sia sinonimo di contagiosità. Noi crediamo che per poter avere risposte certe serviranno sicuramente nuovi studi, ma soprattutto osservazionali.

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La carica virale dei bambini a confronto con quella degli adulti | FOTO – Universomamma.it
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