La bimba del caso zero degli affidi illegali di Bibbiano è tornata a casa.
Unimamme, oggi vi parliamo del caso della bambina che può essere considerato il pilota della vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano.
Bibbiano: la bimba del primo caso torna a casa
Il mese scorso una bimba di 10 anni è tornata a casa della sua famiglia dopo essere stata sottratta dai servizi sociali della Val d’Enza.
L’allontanamento era avvenuto con una telefonata alquanto brusca ricevuta dalla nonna della piccola a cui era stata affidata.
“Non venga più a prendere sua nipote a scuola, non ce n’è bisogno: la bambina è stata trasferita in un altro istituto e ora penseremo noi a tutto. Non vivrà più con lei“.
In questo modo i servizi sociali della Val D’Enza avevano annunciato alla nonna della piccola che la nipote non avrebbe più vissuto con loro.
Il papà della piccola aveva solo 17 anni quando la figlia era nata e la sua mamma 14. Erano stati considerati troppo immaturi per crescere un bimbo.
La piccola, seguita dai servizi sociali, aveva fatto un disegno equivoco in cui lei era accanto al nuovo compagno della mamma che, secondo chi accusa i servizi sociali della Val d’Enza, era stato modificato da uno psicoterapeuta della Ausl.
Due lunghe braccia della piccola abbracciavano in modo ambiguo l’uomo. Questo doveva dimostrare abusi sessuali nei confronti della bimba da parte dell’uomo, abusi mai avvenuti.
I baby genitori si lasciarono a 3 anni di distanza dalla nascita della figlia e per questo motivo la bimba venne affidata alla nonna.
Natascia Cersosimo, consigliera comunale 5 stelle ha notato le stranezze di affidi così numerosi. «Troppe denunce per violenze familiari. E soprattutto troppi bimbi dati in carico: oltre 1.000 nel 2016 in Val d’Enza, che conta 50 mila abitanti. Rivaleggiavano con Bologna che ha 400 mila residenti. Mi risposero che era perché il servizio funzionava”.
La bimba in questione fu ospite di una casa protetta e poi affidata a una famiglia. Le psicoterapeute le chiesero degli abusi subiti ma lei ha sempre negato. Nemmeno le visite ginecologiche dimostrarono qualcosa.
Alla fine il Tribunale dei Minori di Bologna ha ricontrollato scrupolosamente tutti i documenti e ha ritenuto il disegno falsificato.
Ora la bimba è tornata tra le braccia della nonna che vive col papà.
Unimamme, cosa ne pensate di questa storia e della sua conclusione di cui si parla su Il Corriere?
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