Le frasi da non dire ad un bambino per non toglierli serenità e sicurezza

bambino triste

Essere genitori è un lavoro tremendamente difficile: devi stare attento a quello che fai, a come lo dici, ai tuoi comportamenti, perché fin dai primi anni di vita i bambini imparano con l’esempio.

Il genitore ideale dovrebbe essere

  • calmo, ma autorevole,
  • avere un tono della voce basso,
  • risolvere i conflitti in maniera decisa eppure pacata. Ecco, quello ideale.

Nella realtà non sempre si può essere così: uno fa del proprio meglio, cerca di non arrabbiarsi, di dare sempre del proprio meglio e a volte non ci si riesce. In particolare, le nostre parole hanno un peso: stiamo attenti a quello che diciamo ai nostri figli, perché potremmo ferirli senza accorgercene. Vediamo gli errori più comuni, .

Le frasi da non dire mai ad un bambino: gli errori che si fanno più spesso 

1- Fai il bravo: il concetto di “essere bravi” è del tutto personale e spesso deriva più dal timore di un giudizio esterno, che non da una reale esigenza di un comportamento corretto. Un bambino – soprattutto se molto piccolo – non ha la capacità di gestire le proprie emozioni, per cui probabilmente quando farà un capriccio userà le armi che conosce: urlerà, piangerà, punterà i piedi. Noi cerchiamo di non arrabbiarci e tentiamo di capire cosa c’è alla base di quel comportamento: magari il bimbo è solo stanco, o si sta annoiando oppure deve imparare a gestire il fatto che in un particolare momento non può fare come vuole.

2- Sei cattivo e non ti voglio più bene: in questo modo si sta dando un giudizio di valore che non ha niente a che fare con il bambino. Pensateci: è molto diverso dire “sei cattivo” da “ti stai comportando in modo cattivo”; in questo modo vostro figlio non si convincerà di esserlo e non si sentirà sminuito. Affermare poi che non si vuole bene è una cosa tremenda da dire, perché il piccolo non sa che non è vero e si possono scatenare solo paure ed incertezza.

3- Non piangere, ormai sei grande: le emozioni non andrebbero mai negate, anche perché i motivi per i quali soffre un bambino solo gli stessi spesso per cui anche i grandi si disperano. Non dimentichiamoci ancora che i bambini non sanno gestire le emozioni e l’unico che hanno per comunicarle è appunto quello di piangere. Dire di smetterla è come inviare  loro il messaggio che non si sopporta il loro dolore o la loro delusione. Cerchiamo di comprendere invece che censurare.

4- Se non la smetti ti metto in punizione: potrebbe avere un senso se la punizione avvenisse una volta tanto, ma se come genitore metto in punizione i miei figli 4/5 volte al giorno, c’è qualcosa che non va. Inoltre, l’uso spropositato delle punizioni ne vanifica il significato e il bambino non comprenderà perché l’ha subìta e non la vivrà come tale. Bisogna pertanto capire come mai ci sia il bisogno di usarla, forse è una via più semplice perché in quel momento non si riesce a gestire un capriccio.

5- Sei il solito rompiscatole, disordinato, capriccioso…: anche in questo caso stiamo esprimendo un giudizio di valore. Stiamo dicendo al nostro bambino che per noi – le persone che più ama al mondo – lui rappresenta qualcosa di fastidioso. Anche in questo caso dovremmo provare a cambiare il nostro modo di comunicare: meglio dire “ti stai comportando in maniera capricciosa” è molto diverso dall’affermare quella che può essere letta come una verità assoluta.

Personalmente? Sono tutte frasi che io ho detto almeno una volta. Questo non fa di me un cattivo genitore, semplicemente fa di me un genitore imperfetto.

Non mi sento in colpa per averle pronunciate e non ci si dovrebbe sentire in colpa in generale se qualche volta – sottolineo qualche volta – possono scappare delle affermazioni di questo tipo.

Noi facciamo del nostro meglio e i nostri figli lo sanno. Sanno che li amiamo e i gesti, i baci, il solletico sono manifestazioni che valgono più di mille parole dette così così.

E voi unimamme, quali dite più frequentemente?

Gestione cookie