Unimamme, in passato vi abbiamo parlato della canguro terapia e della sua importanza, oggi vogliamo approfondire l’argomento parlandovi dei risultati di una ricerca svedese sui bambini appena nati.
Cosa accade ai neonati nei primi 10 minuti
Lo studio si è svolto nel modo seguente:
- prendendo in considerazione 28 neonati
- filmandoli nel loro primi istanti di vita quando erano a contatto pelle a pelle con le loro mamme
I risultati, di cui ci parla anche Science News, sono stati pubblicati su Acta Paediatrica e descrivono le tappe principali nei loro primi 10 minuti di vita. Eccole qui:
- Minuto 0: i bambini strillano venendo alla luce. Questo li aiuta ad aprire i polmoni
- Minuto 2: i piccoli si godono meno di 1 minuto di relax rimanendo perfettamente fermi sul petto della mamma. Gli esperti ipotizzano che questo silenzio provenga da un istinto primordiale, quello di tenere nascosti i bambini dai predatori
- Minuto 2.5: i neonati cominciano a svegliarsi, aprono la bocca per la prima volta, i piccoli iniziano a muovere testa e bocca
- Minuto 8: i piccoli sono più attivi, riescono a tenere gli occhi aperti per 5 minuti o anche di più. I neonati mostrano interesse per il cibo, guardano il volto e il seno della mamma, muovono le mani verso la bocca
- Minuto 18: momento di riposo
- Minuto 36: i bambini cominciano a scalciare e a strisciare verso il seno della mamma guidati dal suo odore
- Minuto 62: i bambini poppano, soprattutto colostro, una sostanza ricca di proteina e molecole immunitarie, queste prime poppate stimolano altro latte e l’utero della donna a tornare della dimensione precedente alla gravidanza
- Minuto 70: i piccoli ai addormentano
Sappiamo che il contatto pelle a pelle aiuta i prematuri, ma i risultati di questa ricerca quindi potrebbero addirittura aiutare i sanitari a capire il modo migliore di incentivare l’allattamento al seno.
Un altro studio simile infine ha rilevato che i bambini il cui mento tocca il seno della mamma avranno più probabilità di nutrirsi senza problemi.
Unimamme, la scienza, continua a indagare per trovare le strategie migliori per aiutarci nell’allattamento al seno. Voi cosa ne pensate di questi risultati?
(Fonte: ScienceNews.org)