Lorenzo Nizzi Vassalle è un ragazzo non udente dalla nascita. E’ stato il primo ragazzo sordo a laurearsi con il massimo dei voti all’Università di Pisa.
Lorenzo Nizzi Vassalle è un ragazzo di 24 ed è sordo dalla nascita. La sua vita non è facile, deve continuamente confrontarsi con amici, parenti, studenti, professore e medici a causa della sua sordità.
Lorenzo ha avuto la sua personale rivincita quando si è laureato alla Facoltà di Lettere Moderne di Pisa con il massimo dei voti. La tesi tratta le difficoltà che i non udenti devono affrontare nella vita.
Infatti, Lorenzo lotta per far si che alle persone sorde vengano riconosciuti, per le loro disabilità, i propri diritti e che la lingua dei segni, la Lis, sia riconosciuta ufficialmente: “In Italia la Lis, la lingua dei segni, non è ancora riconosciuta ufficialmente, quindi per noi sordi è un casino”.
Nel 2017 il Senato ha approvato un disegno di legge per il riconoscimento della lingua dei segni. Il testo è passato alla Camera, ma ancora non si è avuto un riscontro. L’Italia è una delle poche nazioni che non riconosce la Lis come lingua.
La storia di Lorenzo: il primo ragazzo sordo a laurearsi all’Università di Pisa
Lorenzo Nizzi Vassalle è il primo ragazzo sordo che si è laureato con il massimo dei voti, 110 e lode, all’Università di Pisa: “Quando ho visto le mani agitate a mò di applauso è stata un’emozione. Ma la battaglia è solo all’inizio”.
Lorenzo è sordo dalla nascita, a sei mesi gli è stata diagnosticata la sordità: “Ci fu un cedimento improvviso di un mobile e tutte le pentole vennero giù. Non mi accorsi di nulla. Fu lì che i miei genitori capirono che avevo qualche problema”.
La vita di Lorenzo non è sempre stata facile a causa della sua sordità: “Purtroppo la “sordità è invisibile e del mondo dei sordi c’è stata poca diffusione delle informazioni. Il nostro difetto è che veniamo visti come normodotati, ma se andiamo a scavare a fondo, dobbiamo lottare in continuazione per vivere nella quotidianità. Quello che sembra semplice per un udente, per noi diventa una fatica triplicata. Prima di Facebook e WhatsApp eravamo costretti a chiedere aiuto ad amici e parenti anche solo per prenotare un tavolo al ristorante”.
Il giovane racconta, come riportato dal “il fatto quotidiano”, che è stato costretto ad imparare le singole parole in modo meccanico: “È stato un lavoro molto lungo, pesante e ripetitivo: non avendo stimoli uditivi spesso dovevo ripetere il processo”. Anche a scuole le cose erano difficili: “A scuola ho sempre lottato per essere al pari dei miei compagni; spesso non ci riuscivo, parlavano di cose sentite e viste la sera prima alla televisione”.
Le cose sono migliorate al secondo anno di Università, quando l’ufficio servizi di integrazione disabili, lo ha dotato di un computer con un programma per la traduzione simultanea:”Sono stato il primo ad utilizzare questo sistema e a segnalarne così le anomalie: è stato un grande passo in avanti”.
Adesso Lorenzo vive da solo a Milano dove segue un corso di oreficeria, la sua passione personale, alla Scuola Orafa Ambrosiana.
La lingua dei segni sarebbe importante per le persone sorde per vivere meglio
In Italia, la lingua dei segni non è riconosciuta come lingua, a differenza di Paesi come l’Inghilterra, la Spagna, la Grecia o il Portogallo.
Questa situazione comporta diversi disagi alle persone sorde, diventato difficili azioni quotidiane. Anche andare in ospedale e cercare di comunicare con medici ed infermieri, senza un aiuto, è complicato: “Non essendo riconosciuta la Lis, il dottore o gli infermieri non sono tenuti ad apprenderla”, spiega Lorenzo.
Lorenzo racconta delle sue difficoltà nello spostarsi all’estero: “Fino a poco tempo fa non avrei mai pensato di andare via dall’Italia, anche solo per l’Erasmus, perché mi sentivo un po’ impaurito dalla difficoltà di riuscire ad apprendere una nuova lingua”.
Il momento più bello, per Lorenzo, è quello della seduta di laurea all’Università di Pisa: “Con la mia tesi “I sordi, l’audiovisivo e i nuovi media” ho cercato di diffondere più informazioni possibili del mondo dei sordi, per dimostrare che grazie al supporto delle nuove tecnologie stiamo diventando sempre più autonomi nella società, senza più doverci appoggiare per forza ai nostri amici o familiari”.
Lorenzo vuole continuare la sua battaglia per i diritti delle persone sorde e ad inseguire le sue passioni: “Di sicuro continuerò la mia battaglia per i diritti delle persone sorde. Spero che venga riconosciuta la Lis che permetterebbe alla persona di sentirsi più integrata nella società e non più isolata. Perché, esistiamo anche noi, anche se non siamo ancora riconosciuti”.
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Voi unimamme eravate a conoscenza della storia di Lorenzo?