L‘agghiacciante testimonianza del marito Paolo Curi della mamma morta alla Lanterna Azzurra, a Corinaldo, Ancona.
“Mamma è giù” gli avrebbe detto la figlia al papà che poi l’ha vista e ha provato a rianimarla senza successo.
Eleonora Girolimini è la mamma di 39 anni morta e che ha lasciato 4 figli: due gemelline di 7 anni, un bambino di un anno e mezzo e la figlia Gemma più grande, 11 anni, che era con lei all’evento con protagonista Sfera Ebbasta.
Il marito intervistato dal “Corriere” racconta: “Mi rivedo lì in piedi ad aspettare con mia moglie e mia figlia Gemma, la più grande, quello che ci hanno spacciato per un concerto. Gliene concediamo uno all’anno e quella era la sua serata, biglietto da 22 euro. Convocazione alle dieci di sera, ci hanno fatto entrare alle undici e mezzo e ci hanno detto che lui sarebbe arrivato forse alle due per fare una mezz’oretta di show. Vedevo arrivare sempre più ragazzi, il locale era strapieno. Era una noia aspettare ma con Eleonora ci siamo detti: ormai siamo qui, facciamole questo regalo. Poi all’improvviso ho sentito quell’odore acre che pizzicava la gola…”. Poi continua: “Eleonora e Gemma erano a un passo da me, vicine l’una all’altra. Io gironzolavo nell’attesa. All’improvviso una massa di ragazzi è arrivata nella mia direzione e mi ha praticamente trascinato fuori. Non sono nemmeno cascato, sarà durato un minuto, forse due. Poi mi sono messo a cercare come un pazzo, non le vedevo più. Finché ho ritrovato Gemma che urlava: la mamma è giù. E ho visto Eleonora per terra“.
La strage di Corinaldo: 5 minori e una mamma morti
Drammatico ciò che è successo in questo locale, come raccontato dai primi testimoni. Oltre alla morte di ben 6 persone (la mammae 5 minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni), 120 feriti di cui 7 molto gravi.
Al momento risulta indagato un minore che secondo quanto trapelato avrebbe usato lo spray urticante per rubare una catenina. Il reato ipotizzato è quello di omicidio preterintenzionale.
Tante le domande relativamente alla sicurezza del locale:
- quanti biglietti sono stati venduti?
- il locale era a posto con la sicurezza?
- perché si vendevano alcolici a minorenni?
- perché si fumava nel locale?
- perché il rapper Sfera Ebbasta alle 22 non era ancora lì?
Tanto il dolore e la rabbia.
Riguardo i feriti, una notizia positiva riguarda una ragazza di 15 anni dei 7 feriti più gravi che si è risvegliata dal coma farmacologico dopo 2 giorni. Stabili ma ancora critiche le condizioni degli altri 6 ancora in coma indotto, fanno sapere i medici.
Agli ospedali riuniti di Ancona c’è anche un team di psicologi ad assistere ragazzi e famigliari.
Il comandante provinciale dei carabinieri ha fatto chiarezza sui numeri dei biglietti dichiarando che erano stati venduti circa 680 biglietti, di cui staccati 500, mentre la capienza della sala era di 460 persone. Numeri quindi ridimensionati.
Diverse le reazioni del mondo del trap: in molti hanno annullato gli impegni.
A Corinaldo si è inoltre appurato che non era previsto un concerto di Sfera Ebbasta ma un dj set.
Sfera Ebbasta, lo ricordiamo, è un artista trap nato su Youtube, amato e seguito da migliaia di teenager.
Infine la condanna della moda dello spray al peperoncino: fatti del genere non è la prima volta che accadono. Sempre agli eventi di Sfera Ebbasta era già successo più volte. C’è addirittura chi parla di una band del peperoncino.
Cos’altro aggiungere unimamme, se non preghiere per le famiglie coinvolte.
Vi lasciamo però condividendo ciò che ha scritto Alberto Pellai in merito a ciò che è successo e di cui riportiamo alcuni passaggi che devono farci riflettere.
“tutto avviene sulla pelle dei nostri figli.
Oggi di fronte alla notizia della strage di Corinaldo ho provato gli stessi brividi che devono aver provato tutti i genitori che hanno figli adolescenti. Mi sono identificato con i genitori che hanno perso i loro figli giovanissimi. E ho pianto. E con i genitori dei giovanissimi che ieri sono entrati al concerto con una bomboletta spray di gas urticante. E ho provato i brividi.
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Per parlare della strage di Corinaldo potremmo partire dalle tante cose stupide che fanno i preadolescenti e i giovani adolescenti.
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Dovremo costantemente portarli a riflettere su tutte le cose stupide che possono fare, ma che devono decidere di non fare. Su tutti quegli scherzi che sembrano “ragazzate” e che possono trasformarsi in stragi. Quindi, è cruciale che noi adulti non smettiamo mai di promuovere un lavoro educativo con chi sta crescendo, che gli instilli empatia e senso della responsabilità affinchè i giovanissimi possano essere in prima persona protagonisti della prevenzione di eventi tremendi come quello successo ieri notte a Corinaldo.
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Sarebbe bastato ieri sera che chi è entrato al concerto sovraffollato, con bombolette di gas urticanti avesse deciso di non farlo, per evitare oggi di trovarci sconvolti di fronte alle conseguenze di ciò che questa scelta scellerata ha portato con sé. Per evitare la strage, sarebbe bastato che un amico o un’amica del cuore di chi ieri aveva in tasca una bomboletta spray, sulla strada per andare al concerto, avesse detto al proprietario di questo oggetto che ha fatto più danni di un ordigno bellico: “Dai non fare lo scemo/la scema. Butta via quella roba lì…. altrimenti io con te al concerto non ci vengo…. E informa le guardie di sicurezza di quello che hai in tasca” e forse oggi tutto sarebbe stato diverso.
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Poi, però, c’è una parte che riguarda il mondo adulto. Che sulla pelle delle passioni giovanili dei nostri figli, spinge sull’acceleratore del guadagno, ad ogni costo, senza alcuna valutazione delle responsabilità che quel guadagno porta con sé.
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E quindi, per loro, organizzatori e gestore dell’evento, quegli spettatori di concerto ieri erano semplicemente pedine di un progetto di guadagno che spreme i desideri dei giovanissimi fino all’ultima goccia, che non ha alcun rispetto dei loro bisogni di crescita, che non si pone alcuna remora (legale, etica, morale) a generare guadagni illegali sulla loro pelle. Proprio settimana scorsa ho acquistato un biglietto per un concerto al quale mio figlio vuole andare nel 2019. Il biglietto ha un costo dichiarato di 38 euro. Poi ho dovuto pagare 5,70 di diritti di prevendita. Poi ho dovuto pagare 9,90 euro di spese di spedizione, perché per guadagnare ulteriormente sulla pelle dei nostri figli, questi grandi gestori e manager degli eventi cui i ragazzi vogliono partecipare non ti permettono di ritirare il biglietto alla cassa del luogo dell’evento, né di scaricarlo da internet o di riceverlo via mail, cosa che avviene in quasi tutte le altre nazioni del mondo. Così un biglietto da 38 euro viene a costare in totale 53,6 euro, cioè circa il 40% in più. Uno dice: pagherò tutti questi soldi in più, perché ci sarà una cura e una qualità totale dell’evento. Poi si scopre quello che abbiamo letto oggi sul giornale.
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E allora, comprendiamo che il male del mondo oggi è che non c’è più rispetto per nulla, nemmeno per chi è minorenne e dovrebbe essere protetto e aiutato a crescere nel miglior modo possibile. I nostri figli sono diventati oggi “il parco giochi” degli strateghi del marketing, dell’avidità delle multinazionali, del cannibalismo di sistema economico-finanziario liberista e senza codici etici e morali che nei minori vede solo potenziali consumatori, soggetti a cui noi genitori abbiamo riempito le tasche di soldi e che quindi quei soldi possono spendere, non importa come. E così abbiamo l’emergenza gioco d’azzardo tra i minorenni, l’emergenza droghe, l’emergenza pornografia, l’emergenza dipendenza da videogiochi. Eccetera eccetera eccetera. Noi genitori abbiamo di certo sbagliato. Ma è profondamente sbagliato anche il villaggio globale in cui noi li stiamo crescendo. E al quale dobbiamo “urlare” con tutta la nostra forza “Adesso basta”. Bisogna permettere ai nostri ragazzi di tornare a ritrovarsi in luoghi dove non ci sono sempre biglietti di ingresso da pagare, consumazioni obbligatorie da fare, oggetti da comprare se vuoi metterti in coda tre ore per fare un selfie con il tuo cantante preferito di cui devi avere comperato l’ultimo CD. Altrimenti non hai diritto a nulla.
Ci sono responsabilità che ci riguardano come adulti. Come genitori. Come gestori di un locale. Come manager di un artista amato dai ragazzini. E si tratta di responsabilità educative. Formative. Non solo economiche. Se non impariamo a farcene carico, i nostri figli rischieranno sempre più di perdere. La loro vita. Le loro speranze. Il loro futuro.”