Bambini in quarantena sempre alla ricerca di cibo? Attenzione genitori, il “mamma ho fame“ che spesso i nostri figli ci ripetono, può non riferirsi al cibo ma avere un significato più profondo.
In questo periodo di isolamento e privazioni è facile sentirci dire dai nostri figli che hanno fame o vederli aprire frigorifero e credenze alla ricerca di qualcosa da mangiare. In realtà questo “mamma/papà ho fame“ che spesso ripetono, si riferisce a un bisogno più profondo. Quello che cercano di comunicare i nostri figli è, come spiega Alberto Pellai medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, il bisogno di avere una vita nutriente. Purtroppo la quarantena ci impone molti limiti e i bambini per primi si sentono privati della loro vita sociale. Questa privazione può creare un vuoto dentro di loro che ha bisogno di essere colmato. Si tratta di un vuoto emotivo ma il nostro cervello sposta nel corpo quello che non riesce a contenere, a gestire ed elaborare, ciò che lo fa soffrire. Così questa privazione, questo vuoto emotivo che i bambini percepiscono cosi come lo percepiamo anche noi adulti, diventa un vuoto fisico e si sposta al centro del loro corpo, tra le loro viscere.
“MAMMA HO FAME DI GESTI, DI BACI, DI ABBRACCI, DI NONNI, DI AMICI, DI SOLE, DI PARCO, DI ALTALENE, DI SCIVOLI E PARTITE DI PALLONE”
La percezione fisica di questo vuoto porta sia loro che noi adulti a cercare di colmarlo, mangiando. Ci si abbuffa di cibo per colmare un vuoto affettivo che il cibo non può colmare, è soltanto un paliativo che nell’immediato ci gratifica ma poi la sensazione di vuoto si ripresenta e purtroppo è sempre più prepotente. Questo riempirci e svuotarci ci porta in un circolo vizioso nel quale il cibo va a sostituire qualcosa di più importante che non può però sostituire. È per questo che quando i nostri figli ci dicono “mamma/papà ho fame“ dobbiamo imparare ad andare oltre questa frase perché spesso quello che nostri figli vogliono dire, ma non sono ancora in grado di farlo. Pellai suggerisce di interpretare questa frasa con “mamma/papà nutrimi“. E’ come se ci dicessero: “mamma ho fame di gesti, di baci, di abbracci, di nonni, di amici, di sole, di parco, di altalene, scivoli e di partite a pallone”.
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Purtroppo in questo periodo di privazione per tutti molte di queste cose non potranno ottenerle, e dovranno farne a meno, ma quello che noi genitori possiamo fare è cercare di sostituire queste realtà mancanti con delle realtà alternative. Come ad esempio coltivare virtualmente i contatti con i familiari e con gli amici grazie a video chiamate o in altri modi, o sostituire le attività all’aperto con attività fatte in casa: come ballare, ascoltare la musica, fare esercizi insieme. Una proposta molto carina è quella di rilassarsi rilassarsi con la musica classica chiedendo al bambino di trasformare il suo corpo in una statua, quindi dovrà essere rigido e immobile, oppure di trasformare il suo corpo in un raggio di sole, quindi il corpo dovrà essere fluido e rilassato. Un esercizio da provare! Dandosi dei rituali affettivi, condividendo cioè momenti di divertimento e intrattenimento con loro, “riempiremo” il vuoto che sentono e daremo loro l’immagine di una famiglia sicura e confortante.
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Infine parlando del nutrimento quello vero, Pellai spiega che anche il cibo non deve però essere semplicemente una cosa da ingurgitare, ma deve essere pensato come qualcosa che riempia anche il cuore, quindi come qualcosa che deve essere preparato con cura. Quindi ben vengano pane, pizza e dolci fatti in casa: tutti alimenti che richiedono manualità, amore e pazienza.
Quindi unimamme, cerchiamo di essere noi il nutrimento dei nostri bambini, è questo il consiglio dell’esperto. Che ne pensate?
nimamme cosa ne pensate di questi consigli di cui ha parlato anche tg24sky?
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