Parla il papà della bimba la cui mamma si è gettata dall’ottavo piano di un palazzo milanese.
Unimamme, vi abbiamo parlato del gesto della mamma che a Milano, nel pomeriggio di lunedì 23 settembre, si è gettata dalla tromba delle scale dell’ottavo piano di un palazzo.
Insieme a lei c’era la figlia di 2 anni, che è miracolosamente sopravvissuta e ora è ricoverata all’ospedale Niguarda di Milano.
Il padre della bimba di 2 anni di Milano si fa sentire
La donna e l’uomo con cui aveva avuto la sua ultima figlia avrebbero dovuto presenziare in Tribunale giovedì 26 settembre per l’affido della piccola.
Alla mamma, bisogna sottolinearlo, erano già stati i due figli più grandi, avuti da un’altra relazione.
Dopo lo shock iniziale, attraverso il suo legale, Daniela Missaglia, si è fatto sentire il papà della bimba: “la responsabilità è dei servizi sociali del Comune di Milano, a cui la bimba era affidata, che avrebbero dovuto vigilare e non l’hanno fatto, è una tragedia annunciata”.
“Perseguiremo tutte le strade” ha aggiunto l’avvocato.
La piccola è ora ricoverata in terapia intensiva.
Il papà è assistito sia dall’avvocato Missaglia sul fronte civilistico, sia dall’avvocato Giuseppe Principato. Secono Missaglia la responsabilità di questa tragedia è dei servizi sociali, perché la bimba “era affidata a loro da sempre e collocata presso la madre“.
L’avvocato ha proseguito: “avrebbero dovuto vigilare sulle prescrizioni disattese dalla donna, che doveva rimanere in una casa comunità ma non lo faceva. C’erano violazioni importanti da parte sua, tutte spie di un allarme che è stato sottovalutato”.
Missaglia ha aggiunto che da parte loro erano state sottoposte diverse richieste al Tribunale di Milano per ottenere un provvedimento di protezione immediata per la bimba.
I giudici però non hanno fatto niente “non hanno emesso alcun provvedimento, ma hanno soltanto anticipato un’udienza per l’audizione delle parti, inizialmente fissata per ottobre, a dopodomani” (intende giovedì 26 settembre).
L’avvocato rincara le accuse di negligenza da parte dei servizi sociali sostenendo che la donna era tossicodipendente e “aveva già manifestato istinti suicidari”.
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Secondo il legale il padre della bimba ha fatto l’impossibile per sottolineare il pericolo che correva la figlia, rivolgendosi a chiunque, ma questo non è servito “ha metaforicamente urlato nei confronti di chiunque, perché l’epilogo di questa vicenda era annunciato”.
Per il momento però la loro attenzione è rivolta alla piccina “c’è il miracolo di questa bambina” che si è salvata, nonostante la madre volesse portarla nelle tenebre con sé.
“Poi le responsabilità le andremo a vedere, perseguiremo tutte le strade”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su Il Messaggero?