La menopausa è il momento temuto da tutte le donne o quasi: finisce l’età fertile, il corpo e la psiche subiscono un profondo cambiamento, insorge tutta una serie di disturbi, dalle vampate di calore all’irritabilità e agli sbalzi d’umore, soprattutto si comincia ad invecchiare. Nella vita di una donna è un momento impegnativo e anche molto doloroso.
Le differenze culturali nel mondo sulla menopausa
Per molte donne occidentali la menopausa è l’inizio della vecchiaia e la paura della perdita della femminilità e della bellezza. È un momento difficile, in cui il corpo va incontro a radicali cambiamenti che fanno sentire uno strascico pesante su fisico e psiche.
Se le occidentali temono questa fase della vita, le donne africane al contrario la desiderano. In una cultura dove si fanno tanti figli, la menopausa per le donne è quasi una liberazione, la fine delle gravidanze. Le donne africane comunque hanno una durata media della vita che è la metà delle donne occidentali.
Alcune donne hanno raccontato le loro testimonianze la menopausa, come l’hanno vissuta e cosa ha comportato.
“La fine delle mestruazioni – ha raccontato una donna di nome Carla – è arrivata a 52 anni, all’improvviso: è stato un periodo nero. Non ero più in grado di fare l’amore con il mio compagno, la secchezza vaginale impediva completamente la penetrazione. La mia relazione è andata in pezzi. E poi sudavo, dormivo male, ero uno straccio“. Di grande aiuto è stata la terapia sostitutiva. “Ho ritrovato un uomo con cui ero stata anni prima e con lui, anche grazie alla sua grande pazienza ho imparato nuovamente il sesso“.
Teresa, casalinga di 65 anni, ha soprannominato la menopausa “la malattia del sudore“, perché suda molto a qualsiasi ora del giorno e della notte, ha strani pruriti in diverse parti del corpo e del sesso con il marito non parla proprio. “Il mio medico mi ha detto che è la menopausa, non mi ha dato niente, nessuna medicina, mi ha detto che prima o poi passa”
Per Silvia, una scrittrice, 56 anni, invece, oltre al calo del desiderio sessuale è arrivata “una depressione profonda, l’incapacità di pensare a qualcosa di positivo, la sparizione completa della creatività e tanti disturbi fisici comparsi di colpo e che non sapevo come gestire“. Dopo un anno, grazie alla terapia sostitutiva si è ripresa, anche se le difficoltà rimangono, ma ha ripreso una vita normale e non vede più nero come prima.
Con la menopausa finiscono le mestruazioni e gli estrogeni diminuiscono. Questa condizione ha effetti sul fisico ma anche sulla psiche, sul mondo di imparare e sentire le emozioni. Marco Gambacciani, ginecologo e presidente della Società italiana Menopausa, spiega che “non vuol dire che si peggiora, significa che così come durante il ciclo mestruale o la gravidanza cambiano i comportamenti di una donna, così avviene per il climaterio“.
Ma se il cervello si modifica e insorgono disturbi, come stanchezza, vampate, umore nero, secchezza vaginale, insonnia ecc, è importante intervenire per aiutare le donne. “Non si può abbandonarle in preda ai disturbi della menopausa, ed è vergognosa la disinformazione di tanti colleghi e dei medici di famiglia che non forniscono le indicazioni e le cure per affrontare un passaggio epocale della vita“, sottolinea Gambacciani.
Importante dunque è la terapia ormonale sostitutiva, sulla quale purtroppo in Italia ci sono ancora troppi pregiudizi. “Tutto è successo nel 2002 – spiega Gambacciani su Globalist – quando uno studio shock fatto negli Usa, basato su dati sbagliati e pesanti errori di metodo, proclamò che la terapia sostitutiva provocava il cancro“. “Ma serie ricerche successive hanno dimostrato invece che una terapia personalizzata è fondamentale per far uscire le cinquantenni da quel limbo in cui le ha trascinate la menopausa. E il rischio di tumore al seno è pari a zero“, sottolinea il medico.
In Italia soltanto l’8% delle donne usa la terapia ormonale sostitutiva, contro il 20% delle europee.
Secondo Simonetta Draghi, ginecologa e dirigente medico dell’ospedale romano Fatebenefratelli, è invece importante che il Ministero della Salute e le Regioni promuovano una adeguata campagna di informazione, perché i disturbi legati alla menopausa di possono risolvere grazie alla medicina.
In occasione della Giornata Mondiale sulla Menopausa si è parlato molto della menopausa e della terapia ormonale sostitutiva, che come abbiamo detto, prevede la somministrazione di estrogeni. Come spiegato da Gambacciani, negli ultimi anni i rischi associati a questa terapia sono stati smorzati e non aumenterebbe la mortalità delle donne che l’assumono. Lo dimostra anche un recente studio durato 18 anni.
La terapia che mira a ridurre i sintomi non è però raccomandata a tutte le donne. Va evitata ad esempio nei seguenti casi:
- donna che ha avuto un tumore al seno o all’endometrio
- donna che soffre di cardiopatia ischemica.
Va invece sconsigliata in caso di:
- obesità
- casi di tumore al seno in famiglia
- fibromi uterini
La terapia non deve in ogni caso essere somministrata per periodi lunghi.
Il dottor Annibale Volpe, ordinario di ginecologia all’Università di Modena e Reggio Emilia, afferma su La Stampa che: “La terapia ormonale va consigliata solamente in presenza di una chiara indicazione che tenga in considerazione sintomi specifici: vasomotori, da atrofia urogenitale, dolori muscolari diffusi. La terapia deve essere somministrata per il tempo necessario che coincide con la manifestazione sintomatologica. Nelle donne che assumono la terapia ormonale entro dieci anni dall’inizio della menopausa, ci sarebbe una riduzione dei processi di calcificazione delle arterie coronariche, un beneficio in termini di mortalità e un mancato aumento dell’incidenza degli eventi cardiaci».
E voi unimamme che ne pensate?
Vi ricordiamo il nostro articolo: Le donne vanno in menopausa per un motivo preciso e fondamentale.
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