Luigi Messina ha ucciso la moglie con 29 coltellate, ma ora rischia di avere un sconto di pena.
Femminicidio 29 coltellate: la storia
Valentina è una determinata venticinquenne che sta facendo domanda per cambiare definitivamente il suo cognome in Belvisi, come sua mamma Rosanna, uccisa l’anno scorso dal marito: Luigi Messina, con 29 coltellate.
Rosanna Belvisi è, purtroppo, una delle tante vittime di femminicidio; il 15 gennaio del 2017 è stata trucidata dal marito, padre di Valentina, l’unica rimasta a rendere testimonianza della sua adorata mamma.
Un femminicidio che sembrava annunciato, dal momento che già nel 95 Luigi Messina l’aveva accoltellata alla schiena.
La coppia però era rimasta insieme nonostante le liti e le violenze. A un certo punto Valentina se n’era andata.
“A mia madre, che io amavo e amo alla follia, avevo detto e ridetto di lasciarlo, la imploravo: lei non ci riusciva. Era convinta potesse cambiare” dichiara la giovane su Il Corriere.
Il terribile giorno dell’omicidio Valentina si trovava in Svizzera. Ha raccontato che ad un certo punto la mamma ha smesso di scrivere e rispondere su WhatsApp.
La ragazza ha appreso dalla televisione quanto accaduto.
“Mi crollò il mondo addosso“.
Valentina è rimasta sola, il padre, con cui non vuole più avere contatti, è in carcere, mentre altri parenti sono distati.
“Mio padre per me è morto, non voglio più avere niente a che fare con lui. Deve pagare fino all’ultimo. Gli interessa solo il denaro e che non gli porti via tutto. Non si è pentito. La verità è che odiava mia madre” ha aggiunto la giovane donna specificando che nelle lettere il padre non ha mai chiesto perdono, ma si è dimostrato interessato solo al denaro.
A lasciare allibiti, una volta appreso quanto successo, è la condanna ricevuta da Luigi Messina, 18 anni con rito abbreviato.
Il pm aveva chiesto 30 anni, ma il giudice ha escluso l’aggravante della crudeltà. Per Valentina è stato un momento orribile.
“Ma come si fa a dire che 29 coltellate non sono crudeltà? Mia madre è stata colpita in ogni parte del corpo”.
I giudici hanno deciso un risarcimento di 100 mila Euro, ma non è sicuro come il padre potrà soddisfarlo.
La ragazza non può nemmeno entrare in possesso della liquidazione della madre perché sotto processo.
Nonostante questo la figlia di Rosanna riesce a sostenersi da sola, ma all’orizzionte si profila una nuova prova: il prossimo 6 giugno il Tribunale di Milano discuterà il ricorso in appello dei legali del padre che chiedono uno sconto di pena.
Se il giudice accogliesse le attenuanti generiche l’assassino di Rosalba potrebbe ottenere uno sconto di pena.
“Se ciò accadesse, vorrebbe dire che non c’è giustizia in questo Paese. Io sarò in quell’aula perché mia madre non subisca un’altra coltellata, la trentesima”, ha concluso Valentina.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa storia?
Noi vi lasciamo con un approfondimento su quanto costa il femminicidio.