Nadia Toffa ringrazia mamma Mariangela: mi sono commossa

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Nadia Toffa ringrazia mamma Mariangela per la sua lettera a Repubblica: “Quando ho letto la sua storia mi sono commossa profondamente”

La vicenda di Nadia Toffa e delle sue dichiarazioni sul tumore come un “dono” ha suscitato molte discussioni, critiche alla Toffa accusata di aver parlato del cancro con superficialità, accesi scambi sui social, anche da parte della stessa Toffa, ma anche lettere di solidarietà, come quella di Mariangela, la mamma di due bambini gravemente malati che aveva scritto a Repubblica per esprimere la sua vicinanza alla conduttrice delle Iene.

Nadia Toffa ringrazia mamma Mariangela

Lettera di una mamma - Nadia ToffaNadia Toffa ha scritto al quotidiano La Repubblica per rispondere e ringraziare Mariangela, la mamma di due bambini gravemente malati che aveva a sua volta scritto al quotidiano per esprimere solidarietà e vicinanza alla conduttrice delle Iene.

“Caro direttore – aveva scritto la mamma – chi sta combattendo la sua battaglia per la vita merita rispetto. Se non siete capaci di starvene in silenzio, allora riflettete, pensate, e poi tacete per sempre… Ho desiderato morire. Ma ora devo vivere. Come Nadia Toffa. E per vivere, e per lottare, e per sperare, devo trovare il bello. Devo dare a tutto questo un vestito che non sa di morte ma di vita. Allora tutto il mio dolore devo, è un dovere, trasformarlo in possibilità. Ed eccolo il dono che tanto vi ha mortificati. Il dono non è il cancro, il dono non è una malattia propria o dei propri cari. Dio!!! Mi caverei gli occhi e mi butterei nel fuoco per salvare i miei bimbi. Il dono è cogliere in mezzo alla bufera qualcosa che ne dia un senso. Il mio dono è stato comprendere fino in fondo che la vita è qui ed ora”.

A queste parole, la Toffa ha risposto:

“Caro Direttore, la ringrazio di aver pubblicato la lettera di Mariangela, e più di tutto ringrazio lei, Mariangela. Quando ho letto la sua storia mi sono commossa profondamente. Non perché sono malata come lo sono i suoi bambini, ma perché ha scritto parole piene di comprensione umana, di dolore e di vita allo stesso tempo. Penso ai suoi bambini splendidi, coraggiosissimi che lottano con la malattia e non posso provare altro che una smisurata solidarietà. I bambini ci insegnano la forza, hanno uno spirito di sopravvivenza infinito e inesauribile. Un bambino vuole continuare a correre, a giocare, a vivere anche in mezzo all’inferno. In Iraq li ho visti con i miei occhi, sotto l’assedio dell’Isis, in mezzo alle macerie, inseguivano un pallone e ridevano come matti. Di certo non mancavano di rispetto a nessuno”.

Non siamo in grado di sapere come una persona possa reagire davanti a un dolore – ha continuato la Toffa -, che sia un padre che perde il lavoro, una madre i cui figli sono malati, una ragazzina che per la prima volta viene lasciata dal fidanzato. La vita ci mette di continuo davanti a situazioni difficili e noi lottiamo al massimo, facciamo la nostra parte, sempre, come fa Mariangela e come fanno molti altri genitori.

Non vinciamo sempre, non siamo sempre i più forti, i più sani, i più intelligenti, e quando succede di inciampare, di farci male, ricordiamo di essere così fragili che tutto si può scompaginare all’improvviso, con la facilità con cui si soffiano via le briciole dalla tavola”.

“E la fragilità è tutt’altro che debolezza, è la condizione che ci accomuna e ci permette di immaginare quello che un altro può provare, di metterci nei suoi panni. È la Pietas dei nostri antenati latini, di cui ci siamo dimenticati: delicatezza, amore, compassione, rispetto.”

È sempre difficile mettersi nei panni di qualcun altro, e credo che qualcuno non ci abbia nemmeno provato a farlo con me e con tutte le persone a cui viene detto come vivere il proprio dolore. L’aggressività è molto di moda oggi, sono tempi bui in cui la retorica della prevaricazione violenta, del gridare più forte dilaga dalla politica ai social al nostro quotidiano”.

…La vita è bellissima, è una figata. Non vedi l’ora di assaporarne ogni minuto, perché non sai mai davvero quanta ce ne sarà ancora“, è la conclusione di Nadia Toffa che ha sottolineato l’importanza di essere rispettata e non insultata.

La lettera integrale la trovate su Repubblica.

Che ne pensate unimamme?

Noi vi ricordiamo anche la risposta di un’altra mamma, malata di tumore, che ha dato a sua volta un’altra versione sul tumore come “un dono“.

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