Un sogno infranto per una pallavolista 15enne perseguitata dal suo allenatore con continui ricatti sessuali che l’hanno costretta ad abbandonare lo sport.
Il sogno di una ragazza di 15 anni si è interrotto per colpa di un uomo che la perseguitava con ricatti sessuali e non le permetteva di praticare il suo sport preferito. Michela amava giocare a pallavolo, ma per colpa dell’allenatore ha dovuto abbondonare: “Ho smesso di giocare, era l’unica cosa che potevo fare. Oggi, a 23 anni, saprei reagire”.
La storia della pallavolista 15enne perseguitata dal suo allenatore con continui ricatti sessuali
Questa vicenda risale a qualche anno fa, quando una ragazza di 15 anni, come tante altre coetane, decide di iscriversi in palestra per imparare a giocare a pallavolo dopo aver provato questo sport a scuola durante le ore di educazione fisica. Michela, oggi ha 23 anni e come riportato dalla Stampa il suo sogno, in poco tempo, è diventato un incubo. All’inizio sembrava andare tutto bene, le piace il gioco di squadra, migliora tecnicamente e gioca una partita dopo l’altra andando anche in trasferta.
Quando l’allenatore va via, ne arriva un altro e le cose iniziano a cambiare. Michela, con capelli biondi ed occhi azzurri, viene sgridata in continuazione dal nuovo allenatore che la denigra anche davanti alle altre compagne e comincia a non farla giocare durante le partite. Per capire cosa stava succedendo decide di affrontarlo chiedendogli il perché di tanto astio nei suoi confronti. La risposta è scioccante: “Possibile che non l’hai capito? Se non me la dai, è inutile, non giocherai”.
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Lui ha 40 anni, moglie e figli, Michela di fronte a quella risposta scappa inorridita e per la vergogna decide di non dire niente a nessuno e continua ad allenarsi, ma l’uomo non si ferma e continua a perseguitarla con le stesse frasi ed a punirla per il suo rifiuto.
Dopo aver cercato di resistere, decide di abbandonare la sua passione, la pallavolo e lo sport. Come lei stessa ha raccontato era stanca di affrontare l’uomo: “Era l’unica cosa che potevo fare. Ne andava della mia sanità mentale. Avrei potuto denunciarlo, ma era la mia parola contro la sua e io avevo solo 15 anni. Se fosse successo adesso che ne ho 23 forse avrei trovato la forza di agire diversamente”.
Ad oggi Michela frequenta l’università ed ha ricominciato a giocare a pallavolo, ma in un’altra città. Purtroppo non è stata l’unica vittima dell’allenatore, a quattro anni dal suo abbandono, altre due ex compagne di squadra le hanno raccontato di aver ricevuto gli stessi ricatti. Una delle due aveva ceduto una volta, ma poi ha abbandonato anche lei la squadra, l’altra si è rifiutata ed ha continuato a giocare.
Voi unimamme eravate a conoscenza di questa storia? Cosa ne pensate della reazione di Michela quando aveva solo 15 anni?