Oggi si polemizza molto sull’eccessiva medicalizzazione della gravidanza: prima gli esami ed ecografie forse in sovrannumero, poi il ricorso al cesareo laddove non ce n’era magari bisogno sono alcuni dei motivi per i quali la nascita viene considerata troppo legata alla medicina e non alla naturalezza dell’evento.
Effettivamente, secondo una ricerca, avere una rete di supporto nel momento del parto aiuterebbe la donna a partorire naturalmente. Solo un secolo fa infatti, quando una donna entrava in travaglio aveva attorno a se, nella propria casa, la levatrice e le altre donne della comunità che l’aiutavano durante questo momento.
Ai giorni nostri, invece, accade il contrario e questo sembra che non giovi alla partoriente. L
Lo studio ha osservato 15mila donne di 16 paesi e ha appunto evinto che ricevere supporto continuo durante il travaglio e il parto, sotto forma di
- rete famigliare, come il marito, la mamma, la sorella o anche un’amica,
- personale medico di cui ci si fida, come l’ostetrica, la doula o un’infermiera,
fa sentire la donna più tranquilla partorendo così naturalmente, che tradotto significa:
- minori cesarei,
- minore ricorso a forcipe e ventosa
- minore dolore percepito
- minore ricorso ad analgesici
- travagli piu’ brevi.
Inoltre, è stato studiato che così facendo i bambini nati in questo modo hanno meno rischio di avere meno di cinque punti nel test di Apgar, a cui il neonato viene sottoposto subito dopo la nascita.
Insomma, sembra che un parto “di gruppo” sarebbe più utile per la mamma e il bambino: e voi unimamme cosa ne pensate? Avete potuto beneficiarne?