Protesi al seno ritirate dal commercio in Francia: 13 modelli a rischio tumore.
Allarme protesi al seno cancerogene. In Francia sono stati ritirati dal commercio 13 modelli di protesi al seno, di 6 diversi produttori perché ritenuti pericolosi in quanto potrebbero causare una rara forma di tumore.
Nel frattempo, in Italia, la ministra della Salute Giulia Grillo ha chiesto in merito un parere urgente al Consiglio Superiore di Sanità.
Modelli di protesi al seno ritirati in Francia
L’ANSM (Agence Nationale de Sécurité du Médicament), l’agenzia nazionale francese per la sicurezza dei farmaci e dei prodotti sanitari, ha ritirato dal mercato nazionale un tipo di impianto di protesi mammarie macrotesturizzate e degli impianti mammari con superficie ricoperta da poliuritene, per “ridurre l’esposizione delle donne al rischio di Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (ALCL), che resta un rischio raro ma grave“. I modelli ritirati dal mercato rappresentano quasi il 30% delle protesi utilizzate per gli interventi estetici e ricostruttivi al seno.
Il linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) è un linfoma periferico non-Hodgkin a cellule T, raro e aggressivo. Appartiene al gruppo delle malattie linfoproliferative CD30-positive e interessa i linfonodi e i siti extranodali. Pur essendo un tumore aggressivo, se diagnosticato per tempo può avere una prognosi favorevole.
Il linfoma anaplastico a grandi cellule è stato diagnosticato in pazienti che portavano protesi mammarie. Inoltre, recenti studi scientifici hanno associato il tipo di protesi ritirate a questo tumore raro. Per questo motivo, l’ANSM ne ha disposto il ritiro. Tuttavia, l’agenzia francese al momento non raccomanda l’espianto per le donne a cui sono stati impiantati i modelli di protesi ritirati dal commercio, ma per loro è stato attivato un numero verde e, in caso di dubbi o anomalie alle protesi, sono invitate a rivolgersi ad un medico.
Il provvedimento di ritiro dei 13 modelli di protesi al seno in Francia è divenuto effettivo il 5 aprile e prevede il divieto di immissione sul mercato, di distribuzione, di utilizzo e ovviamente il ritiro delle protesi attualmente in commercio.
Il programma d’inchiesta Report di Rai3 aveva già anticipato il ritiro in Francia delle protesi al seno ritenute pericolose, mostrando una lettera, di cui era venuto in possesso, in cui si annunciava che della agenzia ANSM avrebbe vietato tutti i modelli di protesi mammarie a superficie macro-testurizzata e in poliuretano.
Quello francese non è il primo ritiro di protesi al seno ritenute pericolose. Già a dicembre 2018, erano state ritirate dal mercato europeo le protesi al seno testurizzate (cioè con la superficie ruvida) prodotte dall’azienda irlandese Allergan, ritenute potenzialmente cancerogene e ancora oggetto di accertamenti da parte delle autorità sanitarie. Inoltre, da gennaio 2019, in Italia, le regioni Toscana, Liguria e Trentino Alto Adige hanno programmato verifiche delle protesi già impiantate nelle pazienti. Lo scorso febbraio il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Torino sul caso delle protesi al seno pericolose.
Inoltre, da tempo in Europa e negli Stati Uniti le autorità sanitarie stanno indagando sul legame tra alcune protesi al seno e l’insorgenza della rara forma tumorale di linfoma non-Hodgkin che si sviluppa a carico del sistema immunitario.
A seguito del provvedimento francese, la ministra della Salute Giulia Grillo ha chiesto un parere urgente al Consiglio Superiore di Sanità sulla possibile correlazione tra le “protesi mammarie a superficie testurizzata” e il rischio di sviluppare “il linfoma anaplastico“, per adottare eventuali provvedimenti nei confronti dei produttori dei dispositivi a rischio.
Secondo dati del 2017, in tutta la Francia circa 400mila donne porterebbero queste protesi pericolose. Secondo l’ANSM, dal 2011 ad oggi sarebbero stati diagnosticati 59 casi dichiarati di linfoma anaplastico a grandi cellule (ALCL) associati a queste protesti mammarie. Per evitare rischi, l’agenzia nazionale francese raccomanda l’utilizzo di impianti mammari di tipo liscio in chirurgia estetica o ricostruttiva.
In Italia, il Ministero della Salute è impegnato dal 2014 con una task force internazionale nella ricerca dei possibili collegamenti tra protesi al seno e tumore. L’attività di vigilanza su questi dispositivi è stata rafforzata con l’istituzione del registro nazionale delle protesi mammarie, attivo dal 25 marzo 2019. Nel nostro Paese, alla Direzione generale dei dispositivi medici sono stati segnalati 41 casi di tumore collegato alle protesi dal 2010 a marzo 2019 su un totale di circa 411mila protesi impiantate negli ultimi 8 anni.
La notizia del ritiro delle protesi al seno in Francia è riportata dal Fatto Quotidiano.
Che ne pensate unimamme di questa vicenda?
LEGGI ANCHE –> Una ragazza ha vissuto 8 anni di agonia dopo un intervento al seno