Clamorosa protesta delle donne in India: una catena umana di centinaia di chilometri per l’uguaglianza e la parità di genere.
Una catena umana lunga 620 chilometri è la Women’s wall (muro di donne), la clamorosa protesta delle donne indiane, scese in strada per formare una imponente e colorata muraglia umana attraverso i 14 distretti dello Stato indiano del Kerala. Le donne hanno inscenato la protesta contro il divieto di accedere ai luoghi di culto e per la parità di genere.
La protesta delle donne in India: 620 km di “muro”
Una manifestazione che ha fatto il giro del mondo con le suggestive immagini della lunghissima e coloratissima catena umana di donne, Women’s wall (muro di donne), che si è formata attraverso lo Stato del Kerala, nell’India Sud-occidentale, per protestare contro il divieto di accedere ai luoghi di culto Indù. Le donne indiane rifiutano il ritorno all’epoca medievale e si battono per i loro diritti, l’uguaglianza e la parità di genere con gli uomini. Una protesta che ha trovato l’appoggio del governatore del Kerala.
La catena umana di donne, attraverso lo Stato indiano, ha raggiunto i 620 chilometri ed è formata da 3 milioni di donne.
La protesta delle donne del Kerala non è una novità di questi giorni, ma va avanti da mesi. È in questi giorni però che ne parla in tutto il mondo, quando nella giornata del 1° gennaio, quando tutti in Occidente erano impegnati a festeggiare il Capodanno, si è formata la Women’s wall, la catena umana di donne lunga centinaia chilometri per tutto il Kerala. Una protesta organizzata dalla coalizione di centro-sinistra al governo.
Le donne indiane manifestano contro il divieto di accedere ai luoghi di culto. Durante le proteste, il 2 gennaio, due donne sono riuscite a entrare nel tempio indù di Sabarimala, uno dei più importanti per gli induisti. Il tempio è antico ben 800 anni e da sempre è chiuso alle donne “in età fertile”, stabilita tra i 10 e i 50 anni. Il luogo sacro è considerato la casa spirituale di Ayyappa, il dio Indù della crescita e poiché questa divinità è ritenuta celibe, l’accesso al tempio di donne “impure” è considerato irrispettoso.
Le due donne sono riuscite ad aggirare il divieto ed entrare nel tempio nelle prime ore di mercoledì 2 gennaio. Si tratta di Bindu Ammini, 40 anni, e Kanaka Durga, 39, secondo quanto riporta la BBC. Il loro gesto “sacrilego” ha scatenato disordini fuori dal tempio, con l’intervento della polizia che ha lanciato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
Il divieto di ingresso alle donne nei templi era stato cancellato dalla Corte Suprema indiana lo scorso settembre, ma la sentenza di fatto non è stata mai applicata. Il Primo ministro del Kerala, Pinarayi Vijayan,il cui governo sostiene la decisione della Corte Suprema indiana, ha detto ai giornalisti che l’ingresso delle donne nel tempio è stato un momento storico.
Dopo che le due donne sono entrate nel tempio di Sabarimala, tuttavia, i custodi del luogo sacro hanno deciso di chiuderlo per un’ora “per eseguire rituali di purificazione”. La lotta per i diritti delle donne è ancora lunga in India.
L’accesso delle due donne nel tempio ha scatenato proteste da parte dei conservatori e scontri con la polizia, con lancio di lacrimogeni e uso di cannoni da acqua. Gli scontri si sono verificati soprattutto a Thiruvananthapuram, capitale dello Stato del Kerala, davanti agli edifici governativi. Nonostante le proteste dei più intransigenti, tuttavia, un nuovo percorso è ormai segnato.
Che ne pensate di questa protesta unimamme? Condividete le ragioni delle donne indiane?
Dall’India vi abbiamo raccontato un’altra bella storia, quella del miracolo di Natale del neonato trovato vivo dopo essere stato abbandonato, gettandolo nel water del bagno di un treno.