Romina Power, ospite de L’Intervista, ha parlato a Maurizio Costanzo della figlia scomparsa Ylenia e della sua speranza di rivederla, un giorno.
Romina Power non se ne fa una ragione. Nonostante Ylenia Carrisi, la figlia avuta da Albano Carrisi, nel 2014 sia stata dichiarata ufficialmente morta dal Tribunale di Brindisi, la cantante, a differenza dell’ex marito, non si è mai arresa e ancora oggi spera di ritrovarla.
Romina Power da Costanzo: “Spero che Ylenia mi legga”
Maurizio Costanzo le chiede perché, ogni 6 gennaio, Romina faccia gli auguri a Ylenia sui social e lei non ha difficoltà ad ammettere di sperare che quei messaggi arrivino alla diretta interessata.
“Io spero che lei sia da qualche parte e legga… io voglio che circoli la sua immagine, il suo viso sui social, perché può capitare a qualcuno di vederla per strada… o che abbia perso la memoria”. Mamma Romina si rifiuta di chiudere “il caso” come la polizia di New Orleans. “È molto misterioso che spariscano queste ragazze a New Orleans e che la polizia non agisca in maniera… e che non venga fatto un processo come si deve… dopo un po’ viene tutto arenato, tutto sepolto, tutto coperto…”.
Romina, in particolare, sembra attribuire ancora la colpa della sparizione della figlia – il cui ultimo avvistamento risale al 1° gennaio 1994 – al trombettista di strada Alexander Masakela che ha passato con lei gli ultimi giorni e che ha lasciato l’hotel in cui alloggiavano insieme mostrando il passaporto della ragazza e tentando di pagare con i suoi assegni turistici: “Questo Masakela aveva degli alias che non finivano mai e nessuno l’ha mai indagato… era un musicista di strada che aveva dei precedenti penali però veniva sempre, continuamente rilasciato – ha dichiarato Romina – però c’è una cosa da scoprire: perché in questa città [New Orleans] viene occultata questa ricerca del perché svaniscono le persone e cosa c’è dietro… […] In Italia uno come Masakela non se la passava così liscia…”.
E quando Costanzo le chiede se pensi ancora alla sua bambina, Romina ammette: “Ci penso spesso, poi l’ho sognata anche…”.
E voi Unimamme cosa fareste nei suoi panni? Continuereste a legarvi a un briciolo di speranza o vi costringereste a farvene una ragione?