Come intervenire in caso di soffocamento nei bambini? Si tratta di un problema molto serio. La stragrande maggioranza dei genitori spera che i propri figli non abbiano mai un incidente domestico o non rischino mai di soffocare. Ma non si può affidare i figli solo alla speranza.
Tutti sappiamo quanti pericoli corrono in casa i nostri bambini. Per quanto facciamo attenzione a tenere gli oggetti pericolosi lontano da loro, per quanto cerchiamo di sorvegliarli, dare loro cibo ben sminuzzato le minacce sono sempre in agguato.
Non basta dunque la prudenza, né la speranza. Occorre sapere come intervenire subito in caso di soffocamento. Perché anche se i soccorsi fossero tempestivi potrebbe essere lo stesso troppo tardi.
Soffocamento nei bambini: come salvarli
E’ molto importante che i genitori sappiano come comportarsi in presenza di soffocamento nei bambini. Il soffocamento è una delle prime cause di morte dei bambini piccoli. La cronaca purtroppo è piena di casi tragici di bimbi morti per essere soffocati per colpa del cibo. I genitori, però, possono intervenire per salvare i figli.
Cosa fare in caso di soffocamento
I bambini tendono a mettere in bocca ogni cosa, è il loro modo di esplorare il mondo quando sono piccoli. Un comportamento che, tuttavia, è pericolosissimo perché se ingeriscono quello che mettono in bocca rischiano di soffocare.
La prima cosa da sapere è che quando un bambino sta soffocando non riesce a respirare né a piangere, tossire o gridare.
Prima che arrivino i soccorsi è cruciale intervenire con le manovre come la disostruzione pediatrica, o la manovra antisoffocamento di Heimlich. Oggi queste manovre vengono insegnate in molti corsi, organizzati da diversi e associazioni, come la Croce Rossa.
Disostruzione pediatrica nel lattante
In caso di soffocamento nel lattante (bambini nel primo anno di vita), le manovre salva vita sono diverse da quelle applicate nei bambini più grandi. Sono stati compiuti molti studi per trovare le manovre di disostruzione più utili. Molte delle società scientifiche internazionali che si occupano di medicina d’urgenza (come l’American Heart Association o l’European Resuscitation Council) hanno redatto delle linee guida che hanno contributo a salvare molte vite.
Queste manovre sono molto importanti e dovrebbero essere conosciute da tutti, medici e non medici. Si tratta infatti di gesti semplici che tutti possono imparare e che nel 90% sono in grado si salvare la vita al bambino. Oggi fortunatamente vengono insegnate in numerosi corsi, che chiunque può frequentare e sarebbe bene che tutti i genitori imparassero. Qui vi riportiamo le indicazioni fondamentali su come comportarsi in caso di soffocamento del lattante.
In caso di soffocamento l’intervento tempestivo è fondamentale, perché bastano pochi minuti di assenza di ossigeno per avere danni al cervello. Dopo 20 minuti non c’è più niente da fare.
Per prima cosa bisogna capire quando NON fare le manovre antisoffocamento, ovvero quando non è necessario, perché il bambino ancora respira:
- quando il bambino tossisce, perché la tosse è il meccanismo più forte ed efficace per non soffocare
- quando il bambino piange, vuol dire che ancora riesce a respirare e non bisogna fare nulla.
In particolare, se il lattante tossisce, ecco cosa NON SI DEVE FARE:
- metterlo a testa in giù
- dargli da bere
- dargli pacche forti dietro la schiena
- infilargli le dita in bocca
- scuoterlo
Queste attività non sono necessarie a liberargli le vie respiratorie, anzi possono peggiorare la situazione e ostacolare la tosse che è il mezzo più efficace per liberare le vie respiratorie.
Se il bambino non tossisce, non piange e non emette alcun suono, allora vuol dire che sta soffocando ed è bene intervenire. Le manovre di disostruzione emulano il meccanismo della tosse.
In caso di soffocamento chiamate aiuto e poi eseguite le seguenti manovre, secondo le indicazioni di Faro Pediatrico:
1- Con una mano afferrare la mandibola del bambino formando una sorta di lettera “C”, facendo attenzione a non comprimere il collo. Questo gesto è importante per stabilizzare il bambino ed eseguire le manovre.
2- Dopo essersi seduti o inginocchiati, posizionare il lattante a pancia in giù ed in posizione leggermente inclinata, con la testa rivolta verso il basso, sullo stesso avambraccio della mano con cui teniamo la mandibola (come nella foto sopra). Le gambe del bambino potranno formare una sorta di pinza sul braccio. In questo modo si potrà bloccare la sua gambina tra il proprio fianco ed il proprio braccio.
3- Una volta posizionati e stabilizzato il lattante, si procederà somministrando 5 pacche interscapolari con via di fuga laterale. Ovvero con la parte iniziale del palmo della mano si devono dare 5 pacche sulla schiena del bambino in mezzo alle scapole. Inoltre, per evitare di far male al lattante, la mano deve fuggire lateralmente. Le pacche devono essere intense e forti (senza esagerare!). Perché se sono troppo deboli non riusciranno a smuovere il corpo estraneo e rischieranno di essere completamente inutili. Ogni pacca deve essere data con intensità e precisione, come se fosse quella decisiva. Infatti, se vengono fatte bene, nella maggior parte dei casi già dopo le prime 2-3 le vie respiratorie del lattante saranno disostruite.
4- Se le pacche non hanno avuto l’effetto, bisogna continuare effettuando 5 compressioni toraciche: con la mano con cui erano state effettuate le pacche si prende l’occipite (la nuca o parte posteriore della testa del bambino) e i gira il bambino a pancia in su, sempre in posizione inclinata, appoggiandolo sull’altro avambraccio. Le gambe potranno essere posizionate, come in precedenza, a pinza sul braccio, in modo tale da bloccare la gamba del lattante tra il braccio e il torace dell’operatore. Posizionato il bambino si procederà con 2 dita (indice e medio) ad effetture le 5 compressioni toraciche, esattamente a metà di una linea immaginaria che unisce i capezzoli del bambino (se le dita saranno ben posizionate si troveranno sullo sterno). Le dita dovranno essere dritte e rigide. Le 5 compressioni dovranno essere intense e profonde, non troppo veloci, dando tempo al torace di riespandersi prima di comprimerlo nuovamente; in caso contrario le compressioni saranno sempre meno efficaci man mano che si prosegue con le manovre.
Se queste manovre non funzionano, né pacche sulla schiena né compressioni sul torace, il bambino molto probabilmente avrà perso conoscenza. In questo caso si procede con la rianimazione cardiopolmonare, con massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca (nel lattante molto piccolo si può effettuare la respirazione inglobando sia la bocca che il naso).
- posizionare il bambino su un piano rigido
- scoprirgli il torace
- effettuare 30 compressioni toraciche con due dita (al centro della linea che unisce i due capezzoli)
- alternare le 30 compressioni con 2 respirazioni bocca a bocca.
Continuare con queste manovre per quanto più tempo possibile, fermandosi solo se il bambino si riprende o all’arrivo del 118.
Dopo le prime 30 compressioni si può ispezionare rapidamente la bocca del bambino per verificare se il corpo estraneo è affiorato: in questi casi, facendo un uncino con un dito (di solito l’indice) si può provare a rimuovere il corpo estraneo.
Per ulteriori informazioni si può consultare la pagina sulla disostruzione pediatrica sulla pagina dedicata su Faro Pediatrico.
Manovra antisoffocamento nel bambino
Le manovre antisoffocamento nei bambini sono diverse da quelle applicate al lattante e simili a quelle per gli adulti. Anche queste manovre sono fondamentali e possono essere imparate da tutti. Infatti se effettuate correttamente possono salvare vite nel 90% dei casi.
Anche nel caso del bambino, come nel lattante, le manovre antisoffocamento non vanno fatte quando il bambino tossisce. La tosse, infatti, è un riflesso naturale che ci aiuta a liberare le vie respiratorie da corpi estranei.
Nello specifico, se il bambino tossisce, ecco cosa NON SI DEVE FARE:
- mettere le dita in bocca al bambino
- scuoterlo
- dargli da bere
- metterlo a testa in giù
- dargli pacche forti dietro la schiena
Se la tosse non si presenta o si blocca e se il bambino non piange e non è in grado di parlare, e non riesce a respirare, allora è un chiaro segno di soffocamento. Il bambino più grande avrà comportamenti diversi dal lattante e più simili a quelli di un adulto. Porterà le mani alla gola e cercherà immediatamente aiuto. Se il bambino collabora potrà essere di aiuto, ma potrà crearsi anche una situazione di panico. In questi casi sarà fondamentale mantenere il controllo.
La manovra di disostruzione respiratoria effettuata sui bambini più grandi, così come sugli adulti, è la manovra di Heimlich. Prima di eseguirla chiedere aiuto e far chiamare i soccorsi.
I passaggi della manovra:
1- Ci si piega alle spalle del bambino (o si sta in piedi in caso di ragazzo più grande o adulto) posizionando la nostra testa in posizione leggermente spostata a quella del bambino (come nella figura sopra). Si passano le braccia sotto le braccia della vittima e si portano a livello dell’addome.
2- Con due dita di una mano (pollice e medio o pollice e indice) si forma una specie di lettera “C” fra l’ombelico del bambino e la parte finale dello sterno. All’interno di questa “C” si andrà a posizionare l’altra mano a forma di pugno. Questa mano si dovrà posizionare sull’addome, all’altezza della bocca dello stomaco o immediatamente sotto il diaframma. La posizione del pugno è fondamentale per una corretta riuscita della manovra, quindi è importante essere sicuri di averlo posizionato correttamente. La superficie del pugno dovrà essere completamente aderente all’addome del bambino. Il bambino, preso dal panico, potrebbe scappare o opporre resistenza, pertanto potrebbe essere necessario usare molta forza per bloccarlo.
3- Trovata la posizione e stabilizzato il bambino, si procederà con la manovra di Heimlich, chiamata anche manovra “a cucchiaio”. Il pugno dovrà essere spinto contemporaneamente dall’esterno verso l’interno e dal basso verso l’alto. Movimenti che vanno fatti con forza e decisione. La manovra va ripetuta per 5 volte senza MAI STACCARE la superficie del nostro pugno dall’addome del bambino e va fatta ripetutamente fino alla risoluzione dell’ostruzione o fino a quando il soggetto non perda conoscenza.
Pacche dorsali
Un’altra manovra utile per la disostruzione sono le pacche dorsali (per alcune linee guida queste sono le prime manovre che vanno effettuate nel bambino). Per effettuare correttamente questa manovra ci si dovrà sempre porre in posizione piegata alle spalle del bambino, stabilizzarlo bloccandogli la testa attraverso la “presa della mandibola” (bisogna fare una sorta di “C” posizionando il pollice di una mano su una guancia e le altre dita sull’altra guancia, in pratica da un orecchio a l’altro) portando poi, la pancia del bambino sulla nostra coscia Foto sotto). Una volta posizionati e stabilizzato bambino, si procederà con l’altra mano somministrando 5 pacche interscapolari, con via di fuga laterale. Come indicato sopra per il lattante. Se al termine delle 5 pacche il bambino è ancora ostruito, si dovrà immediatamente procedere con la manovra di Heimlich. Si possono anche alternare due manovre (5 pacche dorsali + 5 manovre “a cucchiaio”).
Se il bambino dovesse riprendere a tossire dopo l’esecuzione delle manovre, occorre fermarsi.
Per ulteriori indicazioni, consultare la pagina sulla disostruzione del bambino sulla pagina dedicata su Faro Pediatrico.
Inalazione di un corpo estraneo
Possono verificarsi anche casi di inalazione di cibo o piccoli oggetti nei bambini, che può dar luogo a due tipi di ostruzione:
- ostruzione completa, con rischio di soffocamento
- ostruzione parziale, con problemi respiratori
L’ostruzione completa è quella più grave e si verifica in caso di inalazione di corpi estranei più grandi, che possono portare alla morte per soffocamento e per evitare la quale è importante effettuare le manovre che abbiamo indicato sopra.
L’ostruzione parziale non porta alla morte, ma può causare gravi problemi, soprattutto se non viene subito diagnosticata. Può causare infatti complicazioni polmonari.
L’ostruzione parziale si verifica quando vengono inalati corpi estranei di piccole dimensioni (noccioline, caramelline, giochi molto piccoli), che non sono in grado di ostruire completamente l’albero respiratorio, perché si posizionano in modo da comunque il passaggio dell’aria oppure in un luogo da consentire la ventilazione di altri compartimenti polmonari.
Nel 58% di questi casi il corpo estraneo va a localizzarsi nel bronco destro, lasciando l’intero polmone sinistro e spesso anche parte del destro capace di ventilare. Solo nel 10% dei casi di ostruzione parziale si ha localizzazione in trachea o laringe.
In caso di ostruzione parziale da corpo estraneo, se il bambino riesce a piangere, tossire o parlare, non bisogna fare alcuna manovra di disostruzione altrimenti si rischia di trasformare un ostruzione parziale in ostruzione completa. Occorre invece portare subito il bambino al pronto soccorso.
L’ostruzione parziale di solito si manifesta con tosse intensa o sibili. Può anche seguire una seconda fase asintomatica quando la tosse si esaurisce; in genere in questa fase ci si tranquillizza e per questo si può andare incontro a ritardi diagnostici. Se il corpo estraneo rimane nell’albero bronchiale, possono svilupparsi problemi respiratori, come infezioni, quadri simil-asmatici, erosioni bronchiali, sanguinamento.
La presenza di corpi estranei si verifica con esami quali radiografia al torace, tac o risonanza magnetica, broncoscopia.
Precisiamo che queste sono delle indicazioni e che prima di eseguire queste manovre è bene aver seguito un corso con personale specializzato.
Per ulteriori informazioni consultate la pagina relativa su Faro Pediatrico.
Voi unimamme conoscevate queste manovre? Seguite o avete seguito corsi che insegnano come comportarsi in questi casi?
Vi ricordiamo il nostro articolo: Manovre di disostruzione infantile: consigli su come prevenire e intervenire
VIDEO: Croce Rossa Italiana, disostruzione pediatrica