Montana Brown è una ventiquattrenne che è riuscita a raggiungere il suo sogno nel cassetto, quello che coltivava fin dalla sua infanzia.
Una ragazza corona il suo sogno
Quando aveva solo 2 anni Montana si è ammalata di un cancro al tessuto connettivo, un rabdomiosarcoma.
La piccola era stata quindi ricoverata presso un centro specialistico, l’AFLAC dove era stata sottoposta a diversi cicli di chemioterapia.
La bimba è sopravvissuta, ma il cancro è rimasto silente per 13 anni, tornando quando Montana aveva 15 anni. Montana era una ragazza come tante, una studentessa delle superiori, una cheerleader.
La malattia le avrebbe impedito di continuare a praticare le sue passioni.
Tornata nel centro dove era stata da bambina la ragazza è stata nuovamente curata e ha preso una decisione che le ha cambiato la vita.
“Sapevo che da grande volevo aiutare le persone, ma anche di voler usare la mia storia per dare speranza e ispirazione. Più ci pensavo e più diventare un’inferiera pediatrica in oncologia sarebbe stato il mio più grande sogno”.
“Le infermiere con me erano fantastiche, così come lo erano state quando avevo due anni secondo i racconti di mia madre. Erano attente e premurose, ci hanno dato tanto amore in un periodo difficile. Fu lì che capii che non avrei voluto fare altro che l’infermiera nei reparti di oncologia pediatrica”.
L’anno scorso la ragazza si è laureata presso la Augusta University.
Caroline Rook, ematologa e manager delle infermiere del centro in cui Montana era stata da piccola ha commentato su Today: “dopo aver incontrato Montana, aver sentito la sua storia, abbiamo capito che sarebbe stata la scelta migliore da aggiungere al nostro team, avrebbe migliorato la cura offerta ai nostri pazienti”.
Montana pensa che l’esperienza passata la aiuterà a legare con i pazienti.
“Ogni volta che sento qualcuno dire ‘Benvenuti, bambini!’ o guardo il mio tesserino, mi vengono le lacrime agli occhi. Sono ancora incredula per la vita e la missione che Dio ha scelto per me. Mai avrei pensato che sarei arrivata così lontano, tornare qui dentro come membro dello staff e non più da paziente è meraviglioso e incredibile allo stesso tempo“ha concluso la ragazza, contenta.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa storia finita bene?
Noi vi lasciamo con un approfondimento sul canco infantile.