Unimamme, la pedofilia è un crimine per il quale tutti noi proviamo condanna e disgusto, ma quando veniamo a sapere che questo reato, perpetrato da persone di potere, è stato anche insabbiato non possiamo che chiederci dove sia la giustizia.
Pedofilia: un arcivescovo indaga
Forse ricorderete che l’ultimo viaggio di Papa Francesco in Sud America non è trascorso senza scossoni.
Da Papa Benedetto XVI in avanti la Chiesa sembra essersi fatta più attenta a indagare i reati di pedofilia nel clero.
Di recente però Papa Francesco, che poco tempo fa aveva chiesto perdono per i pedofili nella Chiesa, durante il soggiorno in Cile ha definito “calunnie” le gravi accuse nei confronti del vescovo Osorno, Juan de La Cruz Barros Madrid, per aver coperto le azioni di Padre Karima, prete pedofilo.
Proprio per indagare più a fondo, Papa Francesco ha inviato Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, conferendogli pieni poteri per portare avanti la sua missione nel modo più trasparente possibile, rispettando i diritti umani e prestando la dovuta attenzione delle vittime.
Scicluna, nato a Toronto da una famiglia maltese, negli anni Novanta è entrato al servizio di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI con l’incarico di promotore di giustizia presso il Tribunale vaticano, una specie di pubblico ministero.
Scicluna è anche presidente del Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di Delicta Riservata, cioè i delitti più gravi compiuti dal Clero, come pedofilia, violenze sessuali su giovani e minori e offese alla persona del Papa e alla Fede.
A quanto pare l’arcivescovo Scicluna svolge questa mansione con grande rigore e attenzione alle vittime.
Da lui è scaturita la linea della tolleranza zero verso i preti pedofili che ha aperto la strada alla riduzione dello stato laicale e la collaborazione con i tribunali civili.
Nella sua linea d’azione questo arcivescovo tiene presente gli insegnamenti del Vangelo in cui si legge: “chi scandalizza e procura dolore anche ad uno solo di questi piccoli sarebbe meglio per lui che si appendesse al collo una macina d’asino e si buttasse nella profondità del mare..“
In un discorso ai sacerdoti in San Pietro l’arcivescovo Scicluna ha sottolineato che chi distrugga gli altri tramite parole ed atti farebbe meglio a causare la propria morte in abito secolare piuttosto che tramite il proprio sacro ufficio. Quindi tornando alla vita laica e rinunciando all’ordinazione.
L’arcivescovo ha avuto parole forti anche verso vescovi e cardinali accusati di omissione e mancato controllo, che per anni hanno protetto in ogni modo preti pedofili.
Quindi ora tocca a lui, come si legge su Panorama, fare luce sui crimini commessi da Padre Ferdinando Karadima, accusato di abusi sessuali sui minori negli anni Ottanta.
Karadima ha abusato di ragazzi affidati alle sue cure, ma per anni i suoi superiori hanno coperto la sua condotta sminuendo le accuse, ritenendole poco credibili e quindi mettendo subito uno stop alle eventuali indagini.
Alla fine nel 2006 venne intimato a padre Karadima di cessare tutte le normali pratiche. Il prete però è rimasto ancora a lungo nella sua parrocchia.
A destare ancora maggior scandalo è il fatto che i superiori di Karadima che pure erano a conoscenza delle accuse, alla fine sono stati premiati da Papa Bergoglio, uno di loro, il cardinale Errazuriz è stato addirittura nominato nel numero ristretto dei cardinali che devono aiutarlo nel governo della chiesa universale.
Inoltre a far infuriore i cattolici cileni è anche la nomina a verscovo di Osorno un ex seminarista di Kardima, monsignor Juan Barros Madrid, che è stato al fianco del prete per 25 anni, proprio nel periodo a cui risalgono le accuse delle sue vittime.
Noi speriamo che ora l’Arcivescovo Scicluna possa finalmente dare un po’ di giustizia alle vittime che da anni attendono una svolta.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa situazione e di come viene gestita?