Giovani e eroismo: tre ragazzi di 15 anni hanno compiuto un gesto straordinario nei confronti di un’anziana che altrimenti avrebbe rischiato la vita. Il loro comportamento ha fatto il giro del web.
Non è vero che i ragazzi di oggi sono solo dediti ai videogiochi e agli smartphone. Ci sono delle storie davvero straordinarie che permettono di far capire che il bene esiste e che le storie brutte, semplicemente, colpiscono di più rispetto ad un gesto altruista.
Giovani e eroismo: il gesto che fa il giro del web
Rodolfo Fanni, Renato Saba e Lorenzo Fanari sono tre 15enni di Guspini a Sud della Sardegna che – dopo aver trascorso la Pasquetta sul Monte Santa Margherita – avevano deciso di andare a casa di uno di loro. Ad un certo punto hanno sentito delle urla provenire dall’appartamento di fronte, in cui abita Nicolina Loche, di 96 anni, che in quel momento era sola in casa mentre stava aspettando la badante.
La donna, cercando di raccogliere la bottiglia dell’acqua era caduta dalla sedia a rotelle, lasciando sul fuoco il pentolino dove stava facendo cuocere il sugo. Racconta Rodolfo Fanni all’Unione Sarda: “Dopo essere scesi in strada, abbiamo chiamato il 118 e i carabinieri ma l’urgenza di intervenire ci ha spinto, aiutati da due passanti, a cercare di entrare nella casa dal quale provenivano le richieste di soccorso. Dopo diverse manovre – prosegue il ragazzo – aiutati da un coltello, siamo riusciti a togliere la finestra. Il più piccolo di noi si è così introdotto in casa per poi aprire la porta dall’ interno e permetterci di entrare a nostra volta. L’appartamento era invaso dal fumo e da un intenso odore di bruciato. La signora era riversa a terra. Non riusciva a sollevarsi”.
Una volta tratta in salva l’anziana signora, i ragazzi hanno spento il gas e aperto le finestre per arieggiare la cucina, evitando che l’incendio divampasse. La donna per fortuna è stata visitata dai medici dell’ambulanza e sta bene: la storia avrebbe potuto avere una fine ben più tragica se non ci fossero stati i tre ragazzini “eroi”.
Loro però non vogliono essere chiamati così: “Ci siamo informati su Internet sui comportamenti da tenere in casi di pericolo come quello di cui siamo stati protagonisti – hanno spiegato i tre soccorritori a Repubblica – Non chiamateci eroi, abbiamo fatto quello che dovrebbero fare tutti in una situazione del genere, anche i giovani come noi”.
Beh, forse non tutti l’avrebbero fatto. E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con una lavanderia mobile per i senzatetto voluta dai giovani.