Ricordate quando in alcune fattorie si era diffusa la pratica di far ascoltare musica ai loro animali? Le mucche ascoltavano Mozart e producevano più latte. Erano più contente, pronte, chissà, magari anche più socievoli tra loro.
Come è facile immaginare l’effetto positivo della musica , non vale solo per le mucche.
E cosa accade nel caso piu’ generale dei rumori? E se parlassimo anche degli odori? Un articolo su BBC Future fa il punto sui vari studi effettuati.
Da tempo è noto che i bambini le cui case o la cui scuola se si trovano sulla rotta di decollo degli aerei subiscono un effetto negativo sulla capacità di lettura e di memoria. Molti studi hanno scandagliato gli effetti degli aeroporti sulla popolazione, ma pochi avevano scelto di allargare questi risultati ad altri tipi di rumori, come le sirene o il traffico.
I risultati variano a seconda dell’intensità del suono. Se un basso rumore di fondo non dà alcun impedimento e uno alto impedisce al cervello di lavorare in tranquillità, pare che un rumore medio di fondo possa aiutare ad elevare lo stato di attenzione della persona, o del bambino, e permettere quindi performance creative migliori.
Nel caso del cosiddetto “chiacchiericcio” invece, non capire di cosa si parla produce disinteresse, al contrario, nel caso le parole siano comprensibili, l’attenzione diventa estremamente focalizzata. I suoni e la musica hanno quindi un effetto ma non è possibile generalizzare i risultati e prendere una decisione univoca.
Aumentare la creatività con la musica può andare bene per una lezione artistica, ma non per una di matematica. E il potere distraente dei rumori e delle parole non dovrebbe essere sottovalutato progettando open space anche nelle scuole.
Alcuni studi invece, pochi a dire la verità, stanno focalizzando la loro attenzione sugli effetti degli odori. I risultati variano incredibilmente a seconda della essenza usata:
- mentre il rosmarino sembra aumentare la performance cognitiva della memoria,
- la lavanda può essere considerata alla stregua di un sedativo.
Questi risultati comunque non devono stupire dato che l’ippocampo è una delle parti di più antica formazione del cervello e si occupa sia dell’apprendimento che degli odori.
E la scuola di vostro figlio in che zona si trova?
Siamo sicuri che da oggi le nostre unimamme accompagneranno i figli a scuola notando ogni rumore e ogni odore nel raggio di tre chilometri.
Ma non dimenticate che anche l’ambiente di casa può aiutare vostro figlio. Un po’ di musica non può fargli certo male, o no?