L’ultima richiesta di una mamma vittima di femminicidio.
Unimamme, oggi vi parliamo di un altro femminicidio e dei suoi risvolti.
Qualche giorno fa Michela Fiori, una mamma quarantenne di Alghero, è stata uccisa dal marito, Marcello Tilloca, un quarantaduenne che l’ha strangolata al culmine di una lite.
Michela aveva avuto però il sentore che il marito che stava lasciando fosse pericoloso. E infatti aveva raccomandato ad amici e parenti: “se mi dovesse succedere qualcosa, cercate di fare di tutto perché i miei figli possano andare a stare con mia mamma”.
Michela aveva deciso di separarsi, aveva cambiato la serratura del portone, l’aveva denunciato per tentata estorsione quando da un numero sconosciuto esigeva un riscatto per il telefono del figlio, non aveva però denunciato il marito alla Procura di Sassari.
Gli amici della coppia ora si rammaricano di non averla maggiormente sostenuta nella denuncia che forse avrebbe potuto salvarle la vita.
“Caro Marcello, sei stato molto furbo e determinato, hai chiesto aiuto e noi ti siamo stati tutti molto vicini, piangevi e facevi la vittima, mentre premeditavi da carnefice. Il nostro rimpianto è quello di non essere stati abbastanza convincenti con Michela per farti denunciare, lei era preoccupata per il futuro del padre dei suoi figli e non lo ha fatto” hanno confessato gli amici di Michela che ricordano come, per molto tempo, molti abbiano creduto all’immagine del marito della donna, Marcello Tilloca, come una brava persona, cambiata a causa della dipendenza dal gioco.
“Cara Michela, abbiamo passato ore intere per provare a difenderti da chi ti voleva con la forza “o con me o con nessun altro”, ricordo ancora quel caffè la sera, era troppo tardi per andare, ci promettesti che saresti andata in polizia la mattina seguente. Non riusciamo ancora a somatizzare, increduli parliamo e piangiamo una morte annunciata».
Per chi rimane è difficile fare pace con i propri rimorsi. Il dolore degli amici di Michela forse potrebbe essere attenuato se venissero rispettate le volontà della defunta.
“Questo atroce delitto non rimanga impunito e i bambini possano andare a stare con la nonna – è la richiesta – uno degli ultimi pensieri di Michela è stato proprio quello di voler tutelare i propri figli. Se ieri non siamo riusciti a starti abbastanza vicini oggi chiediamo a tutti di condividere, far emergere la verità e la giustizia“.
Michela, strangolata dal marito, ha lasciato 2 figli di 10 e 12 anni. Il Comune di Alghero ha deciso di “adottare” i bambini attraverso un fondo di solidarietà per aiutarli a crescere.
Mario Bruno, sindaco della città, ha spiegato così il gesto: “la comunità si fa carico di questa tragedia: Alghero si prenderà cura dei due bambini, sarà solidale in maniera concreta. E’ stata una reazione spontanea, immediata, forte e doverosa da una città che dal punto di vista culturale dice no a ogni violenza“.
Presso il Banco di Sardegna è stato aperto il fondo “un futuro per i bambini di Michela” creato con un comitato di garanzia composto dal Comune, Diocesi, Banca, Nettuno Calcio e la dirigenza della scuola che frequentano.
Unimamme, cosa ne pensate di questa iniziativa di cui si parla su Tgcom 24?
Noi vi lasciamo con la storia di un altro Comune che ha adottato le figlie orfane di una mamma che si è sacrificata per salvarle.