Tutte le principali malattie infettive, così come probabilmente anche il covid-19, hanno una loro stagionalità: si diffondono cioé in stagioni diverse. La domanda è: anche per il Covid 19 funzionerà così? Al momento le ricerche non sembrano dare risposte certe, ma una ricercatrice, Micaela Martinez, sta studiando anche come il nostro sistema immunitario cambia con le stagioni.
“La stagionalità, fattore chiave contro virus e infezioni” spiega un’esperta | FOTO
| Universomamma.itL’epidemiologa americana Micaela Martinez della Columbia university, studia la stagionalità delle malattie infettive e del nostro sistema immunitario. Oltre la stagionalità contano ovviamente anche altri fattori nella evoluzione della pandemia, quindi con l’arrivo della stagione caldo non ci sarà per forza un una diminuzione drastica dei casi. Come spiega la Martinez “Le epidemie sono come un incendio nella foresta, se c’è una scintilla e tanto legno secco può scatenarsi un grosso incendio. La sua espansione può rallentare se inizia a piovere ma se rimane tanto legno secco tutto intorno il fuoco continuerà ad avanzare”. Come la foresta anche il Covid 19 ha bisogno del legno secco per espandersi ed in questo caso il legno secco è la popolazione che ancora non si è ammalata. Inoltre ancora non sappiamo se l’immunità sarà per sempre o per un anno. “Quindi anche se l’estate causasse un rallentamento nella trasmissione del virus il numero dei nuovi infettati sarebbe lo stesso consistente dato che la popolazione suscettibile e ancora vastissima“.
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Michela Martinez nel 2018 ha compilato un “calendario delle epidemie“ che mostra il periodo di picco delle principali 68 malattie infettive. Ogni malattia ha un fattore che condiziona il suo calendario. Parlando di morbillo e varicella, ad esempio, la ricercatrice spiega che le epidemie iniziano quando inizia l’anno scolastico e calano durante le vacanze estive e che “per queste malattie trasmesse dei droplet di saliva il fattore chiave é L’AGGREGAZIONE dei ragazzi.” Diverso è il discorso nel caso della malaria, per la quale “il fattore principale è legato al vettore della malattia che è la ZANZARA e quindi alla sua attività.”
Per l’influenza invece è soprattutto la STAGIONALITA’ ad essere importante con le sue condizioni ambientali, temperatura ed umidità, che “influenzano la diffusione dei droplet di saliva che contengono il virus, cambiano la capacità dei droplet di rimanere sospesi nell’aria, e alterano anche la sopravvivenza del virus sulle superfici su cui si deposita, rendendo la trasmissione più difficile nei mesi caldi“. Secondo la Martinez anche il virus SARS-CoV-2 dipende da questi fattori come l’influenza anche se ha una popolazione suscettibile molto più ampia.
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L’OBIETTIVO E’ “HACKERARE” IL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO E POTENZIARE LA SUA RISPOSTA AL VIRUS
Sembra strano ma ad essere stagionali siamo anche noi! Abbiamo infatti un meccanismo per combattere le epidemie che si attiva con la stagionalità “quella del sistema immunitario “. La Martinez racconta di aver monitorato dei soggetti nell’ultimo anno per tutto il corso delle stagioni, per cercare di capire cosa succede al sistema immunitario durante le 24 ore e anche nel protrarsi dei mesi. Come spiega l’epidemiologa “sappiamo che le cellule immunitarie, a seconda del tipo di funzione nei vari momenti della giornata scanditi dal nostro orologio interno, si muovono tra il sangue e le altre parti del corpo: ad esempio le cellule che producono gli anticorpi che combattono virus e batteri, le cellule B, si spostano di continuo tra il sangue e linfonodi, dove ricevono il segnale di cui ha bisogno per produrre nuovi anticorpi. Ora vogliamo capire in che modo le diverse stagioni influenzano questi meccanismi”.
L’obiettivo della Martinez è “hackerare” il modo in cui l’organismo percepisce le stagioni per potenziare la sua risposta al virus. La scienziata sospetta infatti che i nostri ritmi circadiani, influenzando la produzione di melatonina di notte, sia legati al cambio delle stagioni. Alcuni studi in effetti hanno dimostrato che somministrare vaccini in orari diversi del giorni porta a risposte immunitarie diverse.
L’intenzione della Martinez è quella di trovare evidenze per suggerire raccomandazione su:
- numero ore di sonno
- esposizione alla luce o al buio
al fine di ottimizzare la funzionalità del sistema immunitario. Si tratterebbe di una nuova scienza, “igiene circadiana”, utile a proteggerci da minacce come virus e batteri.
E voi unimamme cosa ne pensate di questi studi della Martinez di cui si parla su Science e su Rebubblica? Riusciremo ad abbattere drasticamente il numero dei contagiati con l’arrivo dell’estate?
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