Una testimonianza toccante viene dalla sparatoria nella scuola di Parkland, in Florida. Un raggio di luce e amore in una vicenda drammatica, che ha segnato ancora una volta tante giovani vite e le loro famiglie, nell’ennesima strage della follia e delle armi facili di cui i politici americani continuano a non volersi occupare, a parte le parole e le preghiere di circostanza.
Nell’ennesima strage a scuola, in cui hanno perso la vita 17 persone, tra studenti e insegnanti, due fratelli che si trovavano all’interno della Marjory Stonemason Douglas High School di Parkland, durante la sparatoria, si sono scambiati messaggi di incoraggiamento reciproco e di profondo affetto. Ecco la loro commovente storia.
I commoventi messaggi tra fratelli durante la sparatoria
Mercoledì 14 febbraio 2018 alla Marjory Stonemason Douglas High School di Parkland, in Florida, 50 chilometri nord di Miami, sembrava un giorno come tanti, tra lezioni e attività scolastiche che normalmente impegnano i ragazzi di una scuola superiore americana. La normalità di una giornata in cui l’evento eccezionale era solo la Festa degli Innamorati, San Valentino, con i ragazzi pronti a scambiarsi doni romantici, è stata tuttavia interrotta dalla brutale irruzione di un ragazzo di 19 anni armato fino ai denti, Nikolas Cruz, fino a poco tempo fa studente in quella stessa scuola. Espulso per problemi disciplinari, Cruz ha pensato di vendicarsi entrando nell’edificio armato con fucili d’assalto e iniziando a sparare all’impazzata contro studenti ed insegnanti. Un vero massacro, in cui sono morte 17 persone, tra ragazzi ed adulti. La strage con il bilancio più grave mai compiuta in una scuola superiore, più grave perfino della strage alla Columbine High School, in Colorado, la prima di questo genere e la più conosciuta, che causò la morte di 15 persone, compresi i due attentatori.
Gli Stati Uniti sono ancora scossi e mentre i politici si sprecano in messaggi contriti, condoglianze ipocrite e parole di circostanza, i genitori e parenti delle vittime sono sopraffatti dallo sgomento e dal dolore, tormentati dalla domanda angosciante sul perché debbano accadere queste tragedie, ma anche domandandosi perché la politica non interviene per regolamentare la vendita delle armi, almeno impedendola agli squilibrati mentali, come l’autore di questa ennesima strage.
Nel frattempo, stanno uscendo le testimonianze toccanti delle persone coinvolte nella tragedia, come i gesti eroici di insegnanti che si sono sacrificati per salvare i loro studenti o ragazzi coraggiosi che hanno aiutato i loro compagni a scappare. Qui in particolare vogliamo raccontarvi la storia commovente di due fratelli, entrambi studenti alla Marjory Stonemason Douglas High School che durante la sparatoria si sono scambiati messaggi di affetto e di incoraggiamento tramite smartphone.
Mentre si sentivano gli spari e le urla agghiaccianti dei loro compagni, Sam Zeif, 18 anni, e suo fratello Matthew, 14 anni, si sono scambiati messaggi tramite Facebook Messenger per sapere dov’erano e se stessero bene. È stato il più grande, Sam, a contattare il fratellino per chiedergli dove fosse e se stesse bene.
“Stai bene?“, ha chiesto Sam preoccupato al fratellino.
“Spero“, ha risposto Matthew, per poi aggiungere: “Voglio che tu sappia che ti voglio bene”.
“Ti voglio bene anche io“, ha risposto a sua volta Sam.
“… Per sempre, e tu sei il fratello migliore“, ha detto ancora Matthew.
“Usciremo da qui, te lo prometto“, ha aggiunto il fratello maggiore.
I due fratelli, poi, si sono scambiati messaggi sulla situazione. Matthew ha chiesto se fosse arrivata la polizia e che il suo insegnante era morto sulla porta della classe. Sam ha scongiurato il fratellino di non fare niente e di restare nascosto. Messaggi scambiati in modo frenetico e con il cuore in gola, ognuno dei due fratelli preoccupato per l’altro.
Fortunatamente a loro è andata bene. Si sono salvati e hanno potuto raccontare questa storia drammatica, ma piena di amore fraterno. Gli screenshot dei messaggi sono stati pubblicati da Sam su Twitter e sono diventati presto virali, commuovendo tutti quanti. Riusciranno a smuovere anche i politici e indurli a prendere provvedimenti adeguati per scongiurare queste stragi?
Scariest part of it all was knowing my little brother was right above me and not knowing if I would ever see him again. I’ve never really treated him the way he deserved. Not anymore. Seeing his face outside of school was the most relief I had ever felt. My prayers to all. pic.twitter.com/Iq8CHVNXd0
— Uncle Sam Zeif (@SzZeif) 15 febbraio 2018
Quando ha pubblicato i messaggi su Twitter Sam ha scritto “la cosa più spaventosa era sapere che mio fratello era solo sopra di me e non sapere se lo avrei rivisto ancora” e poi: “Non l’ho mai trattato come meritava. Non più – ha ammesso – Vedere il suo viso fuori da scuola è stato il più grande sollievo che abbia mai provato“.
Sam e Matthew hanno un altro fratello più piccolo di 6 anni (tutti insieme nella foto sopra)
Durante i momenti concitati della sparatoria a scuola, Matthew ha inviato messaggi anche alla madre
“Mamma sei la cosa migliore che mi sia capitata, voglio che tu lo sappia”.
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