Il ventunesimo secolo è senza dubbio l’era della tecnologia. Agli storici computer si sono aggiunti gli ambitissimi smartphones e tablets, gli Ipod e tutti gli straordinari gadgets tecnologici ed informatici che vengono creati ogni giorno.
Per noi che ne abbiamo vissuto la scoperta, la nascita, l’evoluzione, questi sconcertanti marchingegni sono utilissimi ed insostituibili, ma per le nuove generazioni che sono nate in questo mondo tecnologico gli oggetti informatici non hanno segreti.
Moltissime sono le app ed i giochi per bimbi disponibili sul computer e sul tablet e, a torto o a ragione, spesso noi genitori concediamo loro di giocarci. Ma ciò che spesso non facciamo è “limitarli“, ad esempio nei modi recentemente esposti in un precedente post.
Occorre infatti tenere presente, che, se anche i bimbi hanno grande facilità nell’uso della tecnologia, vanno sempre controllati per la loro sicurezza e per quella del nostro conto in banca! La dimostrazione ce la forniscono due bimbi inglesi di 6 anni, i gemellini Griffiths, che lasciati da soli con l’Ipad sono riusciti a spendere ben 979.90 sterline (circa 1.300 euro).
Come hanno fatto dite?
Hanno comprato degli animaletti virtuali, si sono divertiti a vestirli con capi a pagamento ed hanno aggiornato il loro abbonamento alla app (passando dallo spendere 2.50 sterline a spenderne 75).
Il padre, interrogato dal Telegraph ha affermato: “I bambini non capiscono il valore dei soldi, vedono solo che c’è un modo per avere più animali e vestiti per il loro gioco. Del resto, quale persona sana di mente pagherebbe 75 sterline (90 euro circa) per un animale virtuale? Questi giochi sono pensati per i bambini e chi li progetta dovrebbe sapere cosa può succedere. Dovrebbero esserci dei sistemi per evitare che questo accada, come chiedere i dettagli della carta di credito”.
La app è oggettivamente pensata male e dovrebbe assicurare, tra le mille funzioni disponibili, la possibilità di mettere un vincolo all’acquisto ed all’utilizzo del denaro, ma sinceramente ci pare che anche i genitori abbiano sottovalutato tale rischio.
Che la storia dei Griffiths ci sia da lezione! La prossima volta che il vostro bimbo giocherà con l’Ipad & co. assicuratevi di essergli vicini…